domenica 22 giugno 2014

Il ticinese Gabriele Molina racconta la sua avventura allo Swissman Xtreme Triathlon

ASCESA FINALE Gabriele con l'amico Alberto nella tratta finale.

Ciao Nicola, eccomi finalmente a casa sul divano!

Il mio Swissman si è svolto secondo i piani più ottimistici: nuoto piacevole e quasi solitario, tratta in bici regolare e senza nessuna crisi. Qui un grosso punto negativo è stato lo stress dovuto al traffico dei turisti (di giornata e non) e delle auto dei supporter sui vari passi. In particolare sul Furka ci sono state anche situazioni un po' pericolose dovute a sorpassi azzardati di auto e moto... La prima metà della corsa finale è passata velocemente alternano tratti ondulati, alcune salite e rettilinei pianeggianti. Fino al 33esimo km invece c'erano dire salite alternate a 1-2 km di pianura: personalmente attendevo solo le salite per non essere più costretto a correre! La vera magia della gara è però iniziata (Tremola a parte) solo una volta lasciato Grindelwald e imboccate le ripide stradine che portano alla Kleine Scheidegg, immersi in uno scenario favoloso! Qui i pensieri sono andati ai pionieri dell'alpinismo, che per provare a vincere la famosa parete Nord dell'Eiger arrivavano a Grindelwald in bicicletta da Austria o Germania. Noi in fondo siamo partiti solo da Ascona, con tutto il supporto necessario e con il nostro materiale tecnico. Inutile sentirsi grandi ai piedi di questa grande parete...
Molto onestamente non ho vissuto particolari emozioni: poco pubblico (o nullo), fino alla salita finale poco sostegno reciproco tra gli atleti. Forse i 5 anni di Gigathlon hanno lasciato il segno, l'ambiente unico che ho trovato in quelle avventure non lo ritroverò facilmente. O forse gli anni passano anche per me, cambia il punto di vista e l'obiettivo personale.

Gabriele
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