martedì 8 novembre 2016

Gwen Jorgensen: dall’oro olimpico di Rio al 14mo rango alla Maratona di New York


PROTAGONISTA Alla NYC Marathon Gwen Jorgensen ha
colto un ottimo 14mo rango assoluto.
Al suo debutto sulla distanza della maratona, avvenuta domenica a New York, Gwen Jorgensen non ha certo sfigurato. Il suo quattordicesimo rango finale, con un tempo conclusivo di 2h41’01’’, parla da sé e assume un ulteriore valore se si considerano le atlete in gara, tutte di livello mondiale. La campionessa olimpica di Rio è rimasta con il gruppo delle migliori, anche se leggermente staccata, per tutto il primo terzo della competizione, perdendo il contatto solo nella parte finale. La sua tabella di marcia con i tempi di passaggio è piuttosto eloquente e mostra una flessione soprattutto negli ultimi 15 chilometri.
Cosa che peraltro era prevedibile, visto che l’americana non si è certo potuta preparare al meglio per questa prova, oltretutto non facile se si considera il tracciato ricco di saliscendi. Ma sicuramente l’obiettivo dell’americana e del suo “entourage” non era, in questa occasione, quello di primeggiare. Magari lo potrà essere più avanti nella carriera, se ad esempio Gwen deciderà di dedicarsi alle lunghe distanze e agli Ironman. Piuttosto - e a nostro avviso giustamente -, lo scopo era quello di farsi vedere su un palcoscenico importante come quello della NYC Marathon e di far “fruttificare” la medaglia olimpica. Cosa che è pienamente riuscita: la Jorgensen ha beneficiato di una visibilità mondiale, che le ha portato una notorietà forse superiore a quella della stessa vincitrice della maratona, la keniana Mary Keitany. Molti americani, e non solo, hanno seguito soprattutto la prova di questa atleta - carina, alta e davvero molto “fit” - del triathlon.  Una mossa quindi, quella voluta dagli organizzatori che ha fatto piacere agli americani, agli sponsor della Jorgensen e naturalmente alla stessa atleta, ma – e questo è il punto che ci sta a cuore sottolineare - che ha indubbiamente rappresentato una straordinaria promozione del triathlon. E a questo riguardo si potrebbe allora fare un’ulteriore riflessione e domandarsi dove sono finite, invece, le altre due primedonne della triplice disciplina, ovvero Nicola Spirig (medaglia d’argento a Rio) e forse soprattutto Daniela Ryf, recente trionfatrice all’Ironman delle Hawaii.
I tempi di passaggio di Gwen (fai click sull'immagine)
Sbirciando un po’ sui social media, l’impressione è che si siano un po’ ritirate, fatte da parte magari per riprendere energie e riposarsi: una, la Spirig, è in Engadina con la famiglia, l’altra in vacanza. Chiaro, ognuno è libero di fare ciò che meglio crede, ma francamente non capiamo il perché di queste scelte per due atlete professioniste: sia per la Spirig che soprattutto per la Ryf ci si aspetterebbe una strategia simile a quella della Jorgensen, finalizzata a far rendere al massimo il risultato ottenuto. Naturalmente sempre a favore della stessa atleta e degli sponsor, ma anche e soprattutto del triathlon, in questo caso svizzero ed europeo. E invece niente. Allora ci viene da pensare che forse qualcosa non va per il verso giusto. Non sappiamo cosa, ma in ogni caso è chiaro che il danno maggiore, quando i primattori non riescono a raggiungere una notorietà, va alla disciplina praticata. E questo un po’ ci preoccupa e non ci fa evidentemente molto felici.
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