mercoledì 16 novembre 2016

Intervista a Sasha Caterina, giovane promessa del triathlon svizzero


L’abbiamo incontrato a scuola, presso il Centro professionale di Mendrisio, tra una lezione e l’altra. E, dobbiamo ammetterlo, l’impressione è stata subito quella di avere a che fare con un ragazzo un po’ speciale: lo sguardo vivo, i modi educati e gentili, soprattutto una sicurezza e una determinazione che si ritrovano raramente in giovani della sua età. Sasha Caterina, classe 2000,  domiciliato a Minusio, sembra avere un destino segnato dall’anno in cui è nato. Nel duemila, infatti, il triathlon faceva il suo debutto alle Olimpiadi di Sydney, un debutto in cui la Svizzera riuscì a cogliere ben due medaglie, quella d’oro con Brigitte McMahon e quella di bronzo con Magalie Messmer. Oggi, a sedici anni di distanza, Sasha è diventato una delle promesse più belle del triathlon ticinese e svizzero…


TALENTO Sasha Caterina, a sinistra sul podio del Triathlon di Losanna,
è oggi tra le più grandi promesse del triathlon svizzero.

Come ti sei avvicinato al triathlon?

“Da piccolo i miei genitori mi hanno sempre fatto fare molto movimento e provare tutti i tipi di sport. Uno di questi era il triathlon. L’appuntamento era fissato sempre con il triathlon che si svolge a Locarno a inizio settembre. Già lì ero molto competitivo e la triplice disciplina mi piaceva. Mia mamma, poi, che lo ha praticato più intensamente, mi ha trasmesso la voglia di gettarmi in questo sport. Così ho iniziato i miei primi allenamenti con i Teens, gruppo creato dal TriTeamTicino, grazie all’allora presidente Ettore Grimaldi. Andando avanti l’unione delle due società (TriTeamTicino e Triathlon Team Capriasca), creando il TriUnion, ha tratto maggiori vantaggi. È proprio vero che l’UNIONE FA LA FORZA. In effetti ho conosciuto altri triathleti della mia età con i quali potevo confrontarmi, allenarmi e dare sempre il meglio di noi stessi. In più si avevano più allenatori specializzati (per esempio per il nuoto, il conosciuto Christophe Pellandini, pure responsabile tecnico della neo società), più giornate di allenamento. È grazie alla creazione del TriUnion, diventato anche centro d'allenamento regionale, che sono riuscito ad ottenere i risultati che ho avuto questa stagione e arrivare dove sono ora...!”

Raccontaci com’è la tua settimana tipo quando ti alleni

“Dal lunedì al venerdì riesco ad allenarmi solo 1 volta al giorno: lunedì spinning, martedì corsa, mercoledì nuoto, giovedì condizione fisica, venerdì nuoto. Invece, nel weekend, ho molto più tempo e riesco a fare doppio o triplo allenamento: sabato corsa e nuoto la mattina, bici nel pomeriggio, domenica bici e corsa. Nel periodo invernale dedico circa 12-13 ore settimanali all’allenamento, mentre più mi avvicino al periodo delle gare e più le ore aumentano arrivando circa a 15-16 ore settimanali.”

Tra nuoto, bici e corsa c’è una disciplina con la quale hai un feeling particolare?

“Appena iniziato a praticare triathlon, venivo dall’atletica quindi la disciplina dove riuscivo meglio, e mi piaceva maggiormente, era la corsa. Con la creazione del TriUnion ho imparato molto meglio a nuotare, avendo parecchie soddisfazioni ed era normale preferire quella disciplina. Successivamente ho comprato una bicicletta nuova e mi sembrava di volare senza fatica. Oggi come oggi mi piacciono tutte e tre le discipline messe nell’ordine del triathlon.”

Hai difficoltà a conciliare lavoro e scuola con lo sport?

“Fino a fine agosto conciliare lo sport con la scuola non è stato difficile, visto che non avevo altri impegni o altri interessi e quindi avevo ancora parecchio tempo per me, per stare tranquillo a casa. Ma da quando ho iniziato a lavorare in cantiere, il tempo a mia disposizione è molto calato. Inizio la mattina alle 7 e finisco alle 17.15 con solo 1 ora di pausa sul mezzogiorno, lontano da casa. Poi vado direttamente ad allenamento, di solito ceno verso le 20 per filare subito dopo a dormire (la sveglia suona alle 5.50 tutti i giorni lavorativi!). Ma ringrazio molto il mio datore di lavoro, Daniele De Bortoli, che mi dà il sostegno nel poter seguire sia una formazione sportiva d'élite sia una formazione professionale.”

Cosa ti piace del triathlon come disciplina sportiva?

“Del triathlon mi piace sicuramente il fatto di combinare le tre discipline. Poi si sono aggiunti gli allenamenti intensi da condividere con i miei compagni di squadra, che sono diventati i miei grandi amici. In seguito ho potuto conoscere altri ragazzi della Svizzera Interna con i quali ho instaurato dei bei rapporti. C’è sicuramente la competizione durante le gare, ma poi c’è soprattutto amicizia e collaborazione.”

Cosa consiglieresti a un tuo coetaneo per “contagiarlo” al piacere di far triathlon?

“Sicuramente gli direi che è uno sport salutare, diversificato, che unisce i compagni di squadra con i quali si condividono i duri allenamenti. Non sarà sempre una passeggiata, ma se ognuno si mette i propri obiettivi, prima o poi si riusciranno a raggiungere.”

I tuoi obiettivi per la stagione 2017?

“Dopo l'11°rango ai campionati europei Youth League di quest’anno, centrare un top 8 e qualificarsi per mondiali in Juniori è il mio primo obiettivo.  Per questa stagione sicuramente l’obiettivo principale è anche quello di rimanere nei quadri nazionali e questo vuole dire avere degli ottimi risultati ai test di selezione di fine marzo a Tenero, essere 1. al circuito svizzero, essere selezionato per i campionati europei e possibilmente i mondiali juniores.”

E il sogno nel cassetto per la tua futura carriera?

“Ma, il sogno nel cassetto potrebbe essere quello di tutti i grandi sportivi: riuscire a partecipare un giorno alle Olimpiadi. Anche se forse un sogno forse più “realizzabile” e “concreto” è quello di seguire le orme di mia mamma e un giorno essere selezionato per partecipare ai campionati mondiali di X-TERRA alle Hawaii.”

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