AMICIZIA & SPORT Alcuni partecipanti alla maratona natatoria, con in primo piano Roland Eble. |
Prendiamo un sabato pomeriggio qualunque, ad esempio quello
di oggi 5 novembre. Un sabato che si è mostrato subito sin dal mattino con
quella pioggerella fine che sembrava annunciare l’inverno e forse qualche sbadiglio. Ebbene, cosa fa normalmente
la gente comune in giornate come queste? Va in città a bere un caffè e a
mangiare un pasticcino, oppure resta a casa davanti al caminetto con un libro
in una mano e un bicchiere di whisky e il telecomando nell'altra. Che questa sia la soluzione
giusta o meno, non lo sappiamo. Quello che sappiamo è che non tutti si
rassegnano, ai primi accenni della stagione fredda, a una vita ritirata e
tranquilla, come se si preparassero al letargo invernale. Non tutti e men che
meno gli appassionati della triplice disciplina. Ne abbiamo avuto conferma oggi
al pallone del Lido di Lugano. Già entrando in piscina oltre le porte scorrevoli abbiamo notato che le corsie erano
particolarmente vive e spumeggianti, con tanti nuotatori in acqua. Cosa sarà? Niente, ci
viene detto dall'amico bagnino, semplicemente una sfida dal sapore tipicamente “triathletico”:
nuotare 10 km di fila e sconfiggere l’apatia che l’ombra dell’inverno
subdolamente cerca di insinuare nelle
vene e nelle ossa di ciascuno. Un’idea brillante organizzata dal Tri Team
Ticino e capitanata da Roland Eble, vero mentore della disciplina, alla quale si sono aggiunti numerosi altri sportivi. C’erano atleti navigati e
meno, donne e uomini. Ne riconosciamo subito alcuni: Roland, Mary, Gaby, Sven,
Nils, Ralph... Ma ve ne sono parecchi altri. Tutti ottimi nuotatori, determinati nel voler
raggiungere questo obiettivo. Che è soprattutto quello di svolgere insieme un
allenamento particolare, di vivere un’esperienza comune che serve, prima ancora
di aver nuotato per dieci chilometri (che in una piscina da 50 metri corrispondono alla bellezza di 200 vasche!) a cementificare il gruppo. Momenti che si
ricorderanno probabilmente per sempre e che avranno un seguito attorno a un tavolo, già questa sera, per una cena in comune. Pazzie, dunque? No. Semplicemente una sfida da triathleti,
ovvero di persone che sanno dare allo sport un contenuto sempre speciale e che per questo difficilmente ci sentiamo di far rientrare nella cosiddetta categoria della “gente comune”.