Il canadese Nick Zoricic è deceduto durante una prova della Coppa del Mondo di Freestyle in Svizzera, sulla pista di Grindelwald. L'atleta, 29 anni, è caduto dopo l'ultimo salto, finendo contro le reti di protezione. Inutili i tentativi di rianimazione: la morte è sopravvenuta a causa di un grave trauma cranico.
Questo lo scarno comunicato stampa di una notizia che non può lasciare indifferenti chiunque ami lo sport, anche se di natura diversa. Perché morire a 29 anni facendo qualcosa che dovrebbe divertire e fare piacere è semplicemente assurdo. Eppure è successo, e non è la prima volta. Dunque occorre chiedersi perché. Perché capita ancora così spesso che in certi sport gli atleti siano chiamati ad affrontare dei rischi tanto evidenti. Succede nello sci, ma anche nel ciclismo (pensiamo all'ultimo Giro d'Italia) e in molte - troppe - altre discipline. È per lo spettacolo? È perché il pubblico, la gente, lo richiede? Se così fosse, e sarebbe indubbiamente una grande tristezza, allora diciamolo chiaramente: di questi spettacoli davvero ne facciamo a meno.