Era l’occasione buona. Per dare una svolta alla politica sportiva della nostra città. E invece la montagna sembra aver partorito il classico topolino. Il nuovo Direttore del Dicastero sport designato dal Municipio, oltre che essere ai più sconosciuto, lascia perplessi. Anzitutto per l’esperienza sportiva, che non ha. Il che è preoccupante. Perché chi non conosce da vicino, chi non ha sperimentato di persona, rischia solo di fare danni. Possibile che questa semplice lezione non sia ancora stata colta? Potremmo portare migliaia di esempi per illustrare l’importanza dell’esperienza diretta in un certo campo. Che è necessaria per cogliere correttamente i problemi, quelli veri e che interessano la gente, i fruitori di un certo servizio: dagli spogliatoi di una piscina, alla tenuta di un Percorso Vita, alla… giusta promozione dello sport.
Già, la promozione dello sport. Quale dobbiamo aspettarci nei prossimi vent’anni? Quella avuta fino ad oggi e improntata a eventi ad effetto? Mah, saremo forse un po’ pessimisti, ma l’impressione è che, volenti o meno, dovremo ancora “lottare” per far capire che, ad esempio, certi spogliatoi sono troppo piccoli (e un po’ fanno “schifo”), come quelli per il pubblico allo Stadio, oppure che mettere le corsie in piscina non è una proposta così “sovversiva”, ma quella più logica (e infine apprezzata), o che correre nei percorsi vita con il rischio di schiacciare le cacche dei cani non è una cosa chiaramente simpatica per nessuno. E questo malgrado ci si ostini a dire che la nostra città è all’avanguardia, ma di cosa? Ma soprattutto ci dispiace per il fatto che, quasi certamente, si sarà persa ancora una volta l’occasione per proporre uno sport (quello sport) davvero importante per la gente (e infine anche il più richiesto): quello che fa bene fisicamente, che dà gioia e benessere. Evidentemente, in cuor nostro, speriamo che non sia così e che queste righe servano a qualcosa…