Al Passo del Bernina dorme a 2.309 metri, s’allena
con Luca Foglia e sogna l'Olimpiade di Rio.
Stéphane Joly |
L’albergo Ospizio del Passo Bernina si
annuncia da lontano con la sua struttura ottocentesca. Sullo sfondo un
paesaggio che sembra uscito dalla tela di un pittore. Quassù, dove la nebbia si
confonde con il tramonto, il giurassiano Stéphane Joly ha cominciato la sua
corsa verso la maratona.
Da più di cinque settimane Joly vive in
clausura, nell’Ospizio che guarda le montagne dove nasce il Flaz, affluente
dell’ Inn.
Si prepara al debutto stagionale, ad un
anno dalle sua storica vittoria alla Morat – Friburgo, è guarito
dall’infortunio che l’ha costretto a rinunciare ai Giochi Olimpici di Londra.
Dimenticate le vicissitudini fisiche
d’inizio stagione, la forma di Stéphane Joly è in progressiva ripresa - "Il periodo d’allenamento in
Engadina è stato proficuo. Ora intensificherò la preparazione, aumentando
progressivamente il chilometraggio. Sono fiducioso. Sto lavorando come l’anno
scorso, ma con l’esperta presenza del veterano della maratona Luca Foglia
".
Quasi in clausura, il “montagnard”
della NIKE prepara il debutto ai Campionati Svizzeri di mezza-maratona con
allenamenti massacranti: a St. Moritz uscite fino a 160 chilometri a settimana.
Com’è nato il rapporto con l’ospizio Bernina ?
"Tramite l’inossidabile
maratoneta Luca Foglia ho conosciuto questa struttura, alla quale fanno capo
una moltitudine di sportivi di élite, quali Viktor Röthlin, Nino Schurter, e le
squadre ciclistiche della Rabobank, Katusha. Uno dei luoghi più belli per
allenarsi".
Cosa significa vincere la Morat-Friburgo ?
"È una vittoria che mi riempie
di soddisfazione. Come svizzero sono estremamente orgoglioso vincere questa
corsa carica di storia nazionale. Ripetere l’impresa riuscita a Markus Ryffel
icona del mezzofondo svizzero mi riempie di gioia".
Come mai in pista non rendi quanto nei cross e su
strada ?
"È vero. Ma, per un motivo o
per l’altro, in estate non mi esprimo mai come vorrei. Una volta un infortunio,
un’altra la pianificazione dei Campionati Europei di cross e della stagione
invernale".
Cosa è successo alla maratona di Fukuoka ?
"Non capisco cosa sia successo.
Ho avuto un calo alla mezza (passata a 66’ 48), una frustazione, anche perché
il limite per Londra era alla mia portata. Ho corso facile fino alla mezza, poi
il blackout. Ho abbandonato al 28° km".
Futuro ? Quali sono i tuoi obiettivi ?
"Quando vedo quello che
realizza ancora Viktor Röthlin a 38 anni, mi dico che ho ancora davanti
parecchi anni per emergere a livello maratona >>, osserva il 28 enne
giurassiano che ha già dimostrato performaces
internazionali a livello di cross ( 10° ai Campionati Europei di cross
di Dublino, 5° al cross internazionale di Huesca, 5° al cross di Yecla
(spagna). In futuro rinuncerò a
misurarmi sui cross per concentrarmi sulla strada. La maratona sarà la mia
priorità, con la supervisione del mio coach lusitano Alfredo Braz, che sotto la
sua guida ho realizzato la mia miglior prestazione personale sulla
maratona. 2 ore 15’ 38” (9° alla
maratona di Ottawa)".
Ascolti i messaggi del corpo ?
"Ripartire da zero è pesante,
eppure il mal di gambe ti indica la strada e ti detta le regole. Bisogna
sentirlo. È ubbidirgli".
Gipio