mercoledì 5 settembre 2012

Podismo: Stéphane Joly, l'asceta della corsa


Al Passo del Bernina dorme a 2.309 metri, s’allena con Luca Foglia e sogna l'Olimpiade di Rio.

Stéphane Joly
L’albergo Ospizio del Passo Bernina si annuncia da lontano con la sua struttura ottocentesca. Sullo sfondo un paesaggio che sembra uscito dalla tela di un pittore. Quassù, dove la nebbia si confonde con il tramonto, il giurassiano Stéphane Joly ha cominciato la sua corsa verso la maratona.
Da più di cinque settimane Joly vive in clausura, nell’Ospizio che guarda le montagne dove nasce il Flaz, affluente dell’ Inn.
Si prepara al debutto stagionale, ad un anno dalle sua storica vittoria alla Morat – Friburgo, è guarito dall’infortunio che l’ha costretto a rinunciare ai Giochi Olimpici di Londra.
Dimenticate le vicissitudini fisiche d’inizio stagione, la forma di Stéphane Joly è in progressiva ripresa  - "Il periodo d’allenamento in Engadina è stato proficuo. Ora intensificherò la preparazione, aumentando progressivamente il chilometraggio. Sono fiducioso. Sto lavorando come l’anno scorso, ma con l’esperta presenza del veterano della maratona Luca Foglia ".
Quasi in clausura, il “montagnard” della NIKE prepara il debutto ai Campionati Svizzeri di mezza-maratona con allenamenti massacranti: a St. Moritz uscite fino a 160 chilometri a settimana.

Com’è nato il rapporto con l’ospizio Bernina ?
"Tramite l’inossidabile maratoneta Luca Foglia ho conosciuto questa struttura, alla quale fanno capo una moltitudine di sportivi di élite, quali Viktor Röthlin, Nino Schurter, e le squadre ciclistiche della Rabobank, Katusha. Uno dei luoghi più belli per allenarsi".

Cosa significa vincere la Morat-Friburgo ?
"È una vittoria che mi riempie di soddisfazione. Come svizzero sono estremamente orgoglioso vincere questa corsa carica di storia nazionale. Ripetere l’impresa riuscita a Markus Ryffel icona del mezzofondo svizzero mi riempie di gioia".

Come mai in pista non rendi quanto nei cross e su strada ?
"È vero. Ma, per un motivo o per l’altro, in estate non mi esprimo mai come vorrei. Una volta un infortunio, un’altra la pianificazione dei Campionati Europei di cross e della stagione invernale".

Cosa è successo alla maratona di Fukuoka ?
"Non capisco cosa sia successo. Ho avuto un calo alla mezza (passata a 66’ 48), una frustazione, anche perché il limite per Londra era alla mia portata. Ho corso facile fino alla mezza, poi il blackout. Ho abbandonato al 28° km".

Futuro ? Quali sono i tuoi obiettivi ?
"Quando vedo quello che realizza ancora Viktor Röthlin a 38 anni, mi dico che ho ancora davanti parecchi anni per emergere a livello maratona >>, osserva il 28 enne giurassiano che ha già dimostrato performaces  internazionali a livello di cross ( 10° ai Campionati Europei di cross di Dublino, 5° al cross internazionale di Huesca, 5° al cross di Yecla (spagna). In futuro rinuncerò a misurarmi sui cross per concentrarmi sulla strada. La maratona sarà la mia priorità, con la supervisione del mio coach lusitano Alfredo Braz, che sotto la sua guida ho realizzato la mia miglior prestazione personale sulla maratona.  2 ore 15’ 38” (9° alla maratona di Ottawa)".

Ascolti i messaggi del corpo ?
"Ripartire da zero è pesante, eppure il mal di gambe ti indica la strada e ti detta le regole. Bisogna sentirlo. È ubbidirgli".

Gipio
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