domenica 29 gennaio 2012

Incontro con il podista estremo Marco Gazzola

A colloquio con il noto ultramaratoneta, tra i più forti  non professionisti al mondo, che ci racconta la sua breve parentesi da triathleta e i progetti per questa stagione

SCENARI MAESTOSI Marco Gazzola in Nepal durante l'Annapurna Mandala Trail.
Osservate la foto qui sopra. È fantastica. In essa viene catturato il gesto atletico del corridore nella sua dimensione più pura. L’uomo di fronte alla maestosità della natura.  Non c’è sofferenza o sentimento di sfida, solo concentrazione, desiderio di sciogliersi nel paesaggio attraverso la fatica. L’atleta gioca saltellando tra le rocce, da un sasso all’altro. Si diverte al cospetto della grande montagna che non teme ma che però rispetta nel modo più assoluto. Per Marco Gazzola, correre ha un significato “altro” rispetto alla semplice competizione. È piuttosto esperienza di vita, conoscenza di sé, rapporto privilegiato con il mondo esterno…

Chi è?
Marco Gazzola è nato il 3 settembre 1971, vive a Claro e lavora a tempo pieno come responsabile dei corsi TCS di Rivera. Ha giocato a hockey su ghiaccio nel Friborgo, nel Davos e nel Coira fino al 1995.
Il suo curriculum di atleta estremo è impressionante con all’attivo numerose prove, tra cui la celebre Marathon des Sables e la Swiss Alpine Marathon. Lo scorso anno ha fatto l’Annapurna Mandala Trail, in Nepal e la Tor des Géants in Valle d’Aosta dove è stato squalificato – dopo essere stato in testa per ben 320 chilometri con un vantaggio notevole sul secondo concorrente – per essersi perso e non essere stato rilevato all’ultimo controllo.
Marco Gazzola, atleta a 360 gradi. Poteva mancare il triathlon? No, visto che nel 2007 ha partecipato all’"Inferno Triathlon”* concludendo, oltretutto, tra i primi…

Che ricordi ti sono rimasti di questa esperienza?
È stata semplicemente stupenda. L’attività che contempla più discipline mi è sempre piaciuta. Del resto non è raro che io mi cimento, negli allenamenti, in quelli che definisco “biathlon-alpini”: partenza da casa in bici per raggiungere qualche bella vallata Ticinese, poi scarpette ai piedi e via di corsa fino alla cima di una montagna… Nel caso del triathlon ho dovuto impegnarmi di più nella preparazione della prima frazione, essendo il nuoto la disciplina che pratico di meno. È stato però divertente, grazie anche ad allenamenti diversificati e stimolanti.

Nel dettaglio la gara come è andata?
Sono partito malissimo, peggio di così non potevo iniziare: dopo pochi metri mi si sono completamente appannati gli occhialini e così ho nuotato i 3,1 km zigzagando e dovendo continuamente fermarmi per individuare l’arrivo. Nella tratta in bici e MTB mi sono ben difeso e… che emozione pedalare al cospetto della parete Nord dell’Eiger!
La corsa in salita all’inizio è stata dura, le gambe erano un po’ “betonizzate”, ho dovuto fermarmi alcune volte per alimentarmi, ma quando l’energia è entrata in circolo sono rinato e a pochi chilometri dall’arrivo, nella nebbia, ho sentito gridare il mio nome: l’amicone Igor Nastic mi ha dato la carica per terminare, con il miglior tempo finale nella corsa, ai 2970 metri dello Schilthorn.
FINISHER All'Inferno Triathlon del 2007.
Quest’anno hai già programmato delle gare? Ti rivedremo al via di una prova di triathlon?
Fra pochi giorni parto per il Brasile: due settimane di vacanza bici-corsa, gara eco-solidale per un villaggio di bambini a Pititinga, sarà sicuramente un’esperienza entusiasmante.
In Aprile sarà la volta del Nepal, con il giro della Valle del Mustang (luogo protetto con 1000 permessi annuali) al confine con il Tibet, gara in semi-autosufficienza di 300 km con 11 tappe in 12 giorni.
E durante l’estate: Lodrino-Lavertezzo, Irontrail nel Canton Grigioni e di nuovo il Tor des Géants in Val d’Aosta.
Per quanto riguarda il triathlon… beh per il momento è “accantonato”, ma… mai dire mai, sicuramente ci sarà un bel triathlon in qualche parte del mondo che mi incuriosirà.

Vuoi concludere con un saluto ai nostri lettori?
Beh si, un salutone a tutti gli amici sportivi e vi auguro una stagione piena di emozioni e soddisfazione!

Auguri anche a te, Marco, da parte nostra!

*L’INFERNO TRIATHLON (un nome che dice tutto…) con i suoi 5500 metri di dislivello da superare è considerato tra i più duri al mondo. Il percorso prevede 3,1 km a nuoto nel lago di Thun, 97 km in bici (2145 m di dislivello), 30 km in MTB (1180 m dislivello) e la tratta a corsa di 25 km con 2175 m da superare. Quest’anno avrà luogo il 18 agosto con un numero massimo di 250 atleti.

sabato 28 gennaio 2012

Cross di Vezia: vincono Marco Maffongelli e Jennifer Moresi

Si è gareggiato su un terreno reso pesante dalla pioggia (e a tratti anche da un leggero nevischio) - assenti i big Eshak Abraham, Ivan Pongelli e Tamara Winkler 
GRANDE ENTUSIASMO Anche tra i più piccoli e... malgrado il tempo.
Tempo da lupi oggi in zona La Monda a Vezia. È tornata la neve e le strade sterrate e i prati della Tenuta Bally si sono appesantiti diventando delle strisce di fango. Niente, si gareggia lo stesso, l'entusiasmo è sempre a mille, così come l'impegno. Nelle categorie maggiori si assiste allora alle belle affermazioni di Jennifer Moresi (USC) che chiude davanti a Manuela Maffongelli e Jeannette Bragagnolo. Tra i maschi brilla invece il talento di Marco Maffongelli che mette tutti in fila senza particolari difficoltà. Presente anche il triathleta Lukas Oehen, che tuttavia gareggia un po' sottotono a causa di una leggera indisposizione. Al via, come sempre, tanti amici e appassionati della corsa. A cominciare dagli Stampanoni, famiglia di super-sportivi che tanto hanno fatto e fanno per il movimento podistico cantonale, presenti, oltre che con papà Sergio e Leonida, con Elia, secondo nel "corto" (alle spalle di Roberto Simone del GAB) e Jonathan, vincitore in "souplesse" negli M40 (a dimostrazione che la classe non è acqua!). Da segnalare anche la vittoria di Lorenzo Delcò tra gli U18, un talento di cui sentiremo ancora parlare. Tra i veterani non poteva sfuggire, almeno a chi vi scrive, la presenza di un altro personaggio di spicco dello sport cantonale: alludiamo ad André Engelhardt per diversi anni presidentissimo del Triathlon di Locarno e al quale va il merito di avere portato la manifestazione ai livelli che oggi conosciamo.

lunedì 23 gennaio 2012

Intervista al giovane triathleta Gregorio Delcò

A colloquio con il promettente momò che, malgrado sia confrontato con il diabete, riesce ad esprimersi a livelli di assoluta eccellenza.  Ecco come convive con la malattia, quali sono i suoi obiettivi in stagione e qual è il sogno nel cassetto per la sua carriera di triathleta.
CHE PASSO! Gregorio Delcò impegnato nella tratta a corsa.
Gregorio, puoi presentarti brevemente e dirci qual è il tuo “background” sportivo?
Sono nato a Mendrisio l'8.08.1992. Sin da bambino ho sempre praticato sport, dal calcio allo sci all'atletica e altro ancora. Fino al 2005 del triathlon non ne sapevo quasi nulla, la mia esperienza nella triplice si limitava infatti ad alcuni kids triathlon a Locarno. Nel nuoto non ero (e non sono tuttora) veloce, preferivo quindi prendere parte a gare di atletica leggera, dove la mia specialità erano gli 800 m e i 1000 m, e dove nel marzo del 2009 ho ottenuto il mio “best time” di 2'42'' ai Campionati Svizzeri indoor, conquistando l'8° posto di categoria. Per una stagione ho preso anche parte al 'progetto Brixia'. Per diversi anni ho inoltre gareggiato per il Velo Club Mendrisio. Col tempo però mi sono avvicinato sempre più alla triplice, per poi approdare definitivamente ad essa nel 2008, riuscendo ad ottenere a fine stagione la Swiss Olympic Talents Card. Nel 2009 sono entrato a far parte di una squadra di triathlon italiana, la A.R.C. Busto Arsizio, iniziando così a gareggiare sia in Italia che in Svizzera. Da quest'anno correrò per un Team statunitense, Team Type 1, un team di atleti d'élite diabetici, ed essendo io diabetico di tipo 1 dal 2003 è questa per me una grande opportunità.
Come sono organizzate le tue giornate e che obiettivi hai in stagione?
Quest'anno sto svolgendo un periodo di stage di 10 mesi, per poi poter accedere alla SUPSI e frequentare il corso di ingegneria civile. Attualmente mi alleno circa 10 ore alla settimana, suddivise in 8-9 allenamenti, cercando di conciliare sport e lavoro, e fruttando ogni momento libero della giornata. Per questa stagione ho intenzione di richiedere la tessera Pro per la distanza sprint in Svizzera, mentre per quanto concerne la distanza olimpica ritengo sia meglio confrontarsi con gli “age-group”. Ho inoltre intenzione di partecipare alle gare del circuito Sprint e Olimpico Italiano. L'obiettivo principale per questa stagione è quello di partecipare ad un Ironman 70.3.
A TUTTA Tra il nuoto e la bici il cambio è uno... sprint.
In relazione al fatto di essere diabetico, a cosa devi prestare attenzione per la tua attività di sportivo?
Il fatto di essere diabetico è per me un'ulteriore motivazione a continuare a fare sport a livello agonistico. Detto questo, è molto importante che mantenga durante l'intera giornata la glicemia (il livello di zucchero nel sangue) sotto controllo, ed in particolare durante gli allenamenti. Avere un valore adeguato durante l'attività sportiva è molto importante, se la glicemia è troppo alta non riesco ad allenarmi, mi sento male fisicamente e non è neppure salutare, se invece questo valore si abbassa troppo (ipoglicemia) il mio corpo va letteralmente in riserva di energie, gli zuccheri nel sangue diminuiscono e io devo fermarmi a mangiare. Durante la giornata eseguo circa una decina di test, che consistono in un piccolo prelievo di sangue, in questo modo tengo sotto controllo il mio diabete.
A livello di rendimento la malattia incide sulle tue prestazioni di sportivo?
Purtroppo si, e molto. Se i miei valori ematici non sono più che buoni la performance sportiva peggiora notevolmente. Con una glicemia alta nonostante nel sangue ci siano più zuccheri la prestazione diventa scadente in quanto non è presente nel corpo una quantità adeguata di insulina per poter usare questi zuccheri, inoltre una glicemia molto alta provoca disidratazione, ed il sangue diventa più denso. Un valore basso è invece paragonabile ad una 'crisi di fame', essendoci pochi zuccheri da utilizzare il corpo non riesce più a produrre energia sufficiente, in quest'ultimo caso devo mangiare tempestivamente per non rischiare di arrivare a valori talmente bassi da rischiare lo svenimento.
Sei seguito da qualcuno nell'organizzazione dei tuoi allenamenti?
Nell'organizzazione degli allenamenti mi sono quasi sempre arrangiato, cercando di impostare al meglio sport e scuola. Dal 2009 fino alla scorsa stagione sono stato seguito dall' A.R.C. Busto Arsizio, una squadra di triathlon italiana, dove più che un programma dettagliato mi davano un'impostazione generale. Per ogni singola disciplina mi alleno con squadre differenti. Per quanto concerne il nuoto devo ringraziare la Società nuoto Mendrisiotto, che ha sempre dimostrato grande disponibilità, offrendomi la possibilità di allenarmi per la prima frazione della triplice. Nel ciclismo invece fino al 2010 sono stato tesserato per il VC Mendrisio, e tuttora esco regolarmente con alcuni amici ad allenarmi. Per l'ultima delle tre discipline mi alleno prevalentemente da solo, mi trovo comunque regolarmente con la Vigor Ligornetto per fare allenamenti di velocità in pista. Quest'anno, come detto, sono entrato a far parte di un team statunitense, Team Type 1, una squadra di ciclismo, running e triathlon con atleti diabetici, team per il quale corre anche Rubens Bertogliati. Una squadra che cerca di infondere speranza e ispirazione per le persone nel mondo affette da diabete.
IN BICI Quest'anno Gregorio gareggerà tra i "PRO".
In futuro ti vedi più trathleta sulle corte o sulle lunghe distanze?
Il mio sogno è quello di partecipare all'Ironman World Championship alle Hawaii. Anche se la strada è ancora lunga sono intenzionato a concentrarmi maggiormente sulle lunghe distanze.
C'è un triathleta di punta che ammiri in particolare?
Più che un triathleta è un ciclista, è l'uomo dei 7 Tour, Lance Armstrong, lo ammiro per la sua forza mentale, per come ha combattuto il cancro e per come sa affrontare mentalmente ogni situazione.

domenica 22 gennaio 2012

L'allenamento giornaliero - pensieri in libertà

L’allenamento giornaliero deve essere vissuto come un viaggio breve, un viaggio in miniatura.
Lo si desidera, lo si pregusta durante tutta la giornata. Quando una persona noiosa è davanti a noi in ufficio, quando a casa c’è una contrarietà, e siamo infastiditi o annoiati, il pensiero va all'uscita della sera, e siamo salvi. Fra un’incombenza e l’altra si telefona all'amico che verrà a correre con noi, si prendono appuntamenti. Finalmente il momento arriva. Si mangia qualcosa e si scruta il cielo per capire che tempo fa: quando si va in macchina verso casa si osserva la direzione del vento, la sua forza, si dà un’occhiata alla temperatura esterna sul display del cruscotto. Eccoci infine a casa: in un attimo si tolgono i vestiti e si indossano gli indumenti per uscire. Come per chi va in barca si sciolgono gli ormeggi, ci si stacca dal pontile, si scivola nell'acqua tranquilla del porto, verso l’uscita.
Ogni volta si prova la stessa gioia.

sabato 14 gennaio 2012

Cross di Gordola a Tamara Winkler e Ivan Pongelli

Bruno Invernizzi rientrerà solo per il cross di Tesserete in programma il 4 febbraio 2012.
ASSENTE Invernizzi rientrerà fra tre settimane.
Ivan Pongelli e Tamara Winkler del GAB sono i vincitori del Cross di Gordola andato in scena oggi. Nel corto affermazione del triathleta Lukas Oehen. I risultati completi saranno disponibili a breve sul sito http://www.saggordola.ch/. Assente, oltre a Eshak Abraham, dominatore delle ultime prove, anche il triathleta Bruno Invernizzi che ha preferito la trasferta in quel di Wengen, con i nipotini per seguire la discesa libera (promessa fatta da tempo). Invernizzi ha però annunciato il suo rientro per il cross di Tesserete che disputerà come preparazione per i CT. È anche probabile una sua partecipazione al cross di Berna del 21 gennaio, dove la concorrenza è sicuramente molto alta, e avrà quindi la possibilità di "testare" il proprio grado di forma.

Kenya, i tamburi tornano a rullare

Pubblichiamo questo interessante articolo inviatoci dell'amico ed esperto di atletica Giorgio (Gipio) Piona che traccia un bilancio della passata stagione nelle maratone dove gli atleti keniani sono tornati a dominare la scena.
Il keniano Mutai vince la Maratona di Londra.

Kenya, i tamburi tornano a rullare.

I tamburi hanno ripreso a rimbombare sui percorsi delle maggiori maratone mondiali, i tamburi della foresta, di quella mitica Rift Valley vero giacimento diamantifero del mezzofondo prolungato.
Erano parecchi anni che il Kenya non dominava le più importanti maratone mondiali. Mai gli atleti degli altipiani avevano vinto tanto. Hanno conquistato Londra, Boston, Parigi, Chicago, Berlino, Rotterdam, Amsterdam, New York e dulcis in fundo dominato anche ai Campionati del mondo di Daegu, in Corea.
Ancora più sorprendente, il record realizzato in ogni singola maratona. Il record di Londra é stato realizzato da Emmanuel Mutai (2:04:40), Moses Mosop (vincitore del Grand-Prix Media Blenio) ha vinto a Chicago in 2:05:37, e poi Geoffrey Mutai ha realizzato due performaces  mondiali, prima a Boston in quel sorprendente 2:03:02 (record mondiale non riconosciuto) e poi a New York lo scorso novembre. Senza dimenticare Patrick Makau il conquistatore di Berlino, che con il suo 2:03:38 succede al mitico Heile Gebrselassie.
Il Kenya corre e, ancora una volta, vince. Infatti la Grande Mela ha offerto la migliore maratona della storia. Geoffrey Mutai , l’uomo che ha vinto la maratona di New York con il miglior tempo della storia nella mitica corsa su strada, era fino sei anni fa un umile tagliatore di alberi nella Valle del Rift. A quel tempo si guadagnava la vita correndo dove capitava. Solamente dopo un infortunio che lo obbligò a lavorare come boscaiolo, segando tronchi che venivano utilizzati come pali telegrafici e della linea elettrica. Dopo il suo recupero, cominciò ad allenarsi dalle 6,30 alle 8,30 del mattino, per poi continuare a tagliare alberi, fino che ha potuto dedicarsi pienamente alla corsa, cominciando così una nuova vita.
Ha vinto la sua prima maratona a Monaco, nel 2008. Lo scorso aprile, dopo il 5° posto ai Campionati del mondo di cross, ha corso 57 secondi sotto il record mondiale di Gebre, però la sua prestazione venne annullata perché il percorso avava un dislivello di 136,29 metri. A New York si è preso la rivincita. Mutai, nato nel 1981 a Kaibatek,  ha spostato i limiti, ha alzato l’asticella e l’ha superata, ha cambiato le regole. E la New York City Marathon è all’improvviso diventata una maratona veloce, se si considera le difficoltà del percorso.
Una nuova vittoria del kenya, che ha dominato tutte le grandi maratone del 2011.
Rimaniamo nel campo delle corse di lunga lena per dir qualcosa dei 19° Campionati Masters svoltisi a Sacramento, California. Il maratoneta locarnese Luca Foglia a tirato fuori dal cilindro il coniglio giusto, conquistando una brillante medaglia d’argento sulla maratona, nella categoria M45.
Il portacolori del Team Brooks-Immoprogramm, ha chiuso i fatidici 42,197 con il buon tempo di 2 ore 47’ 15”.
Da sottolineare che Luca Foglia detiene ancora il record ticinese assoluto sulla distanza con il tempo di 2 ore 18’ 13” conseguito nel ‘94 in occasione della maratona di Venezia.

Gipio

giovedì 12 gennaio 2012

Cross, sabato si riparte da Gordola

Favoriti Eshak Abraham e Tamara Winkler; probabile rientro di Bruno Invernizzi
CROSS Correre sui prati, un ottimo allenamento.
Sabato con inizio alle 12 si terrà la quarta prova della Coppa Ticino di cross. L’appuntamento avrà luogo alle Roviscaglie di Gordola dove sono attesi circa trecento partecipanti. Nella categorie maggiori si ripropone il duello tra Eshak Abraham (Team Comacina) e Ivan Pongelli (GAB), mentre al femminile Tamara Winkler non dovrebbe avere problemi nel confermarsi. È probabile il rientro del "nostro" Bruno Invernizzi (TTT), nel qual caso la categoria dei quarantenni dovrebbe avere un epilogo scontato. Al via ci saranno molti altri amanti della triplice disciplina, che vedono (giustamente) nel cross un ideale allenamento invernale.

sabato 7 gennaio 2012

Intervista a Ivan Minini, giovane speranza del triathlon ticinese

Il talento locarnese racconta come è giunto al triathlon, come riesce a conciliare studi e sport e quali sono i suoi obiettivi per il 2012.
IVAN MININI Un talento del triathlon ticinese.
Ivan Minini, classe 1992, è un giovane triathleta di talento. Abita a Verscio e frequenta l’ultimo anno di liceo. Durante la passata stagione è riuscito a mettersi in luce in diverse gare del Circuito svizzero, nella categoria riservata agli juniores. Quest’anno gareggerà sulla distanza olimpica, nella categoria superiore, dove spera di finire tra i top 10. Lo abbiamo raggiunto per un intervista, chiedendogli anzitutto di raccontarci il suo “percorso” sportivo.
“Mi è sempre piaciuto praticare sport. Ho iniziato come tutti a giocare a calcio appena iniziate le elementari nel raggruppamento Melezza, praticavo già allora più sport: tennis, corsi di nuoto, arrampicata, bici (insieme a mio padre). Poi con l’età ho capito che il clima che si respirava nel calcio non era per me, troppo aggressivo, e dove anche se ti impegni al massimo non sempre le cose vanno secondo logica. Con l’inizio del Liceo abbandono il calcio e passo all’atletica, sotto la visione di Ivo Pisoni. La corsa è sempre stato il mio forte e ho subito raggiunto buoni risultati: nei miei primi 3 anni ho conquistato parecchi titoli a livello cantonale ottenendo la selezione al Progetto Brixia".
E il passaggio al triathlon?
“Già da piccolo avevo partecipato diverse volte ai kids di Locarno, che per me era un appuntamento fisso. Dal 2007 ho deciso di dare più peso a questo sport, che mi piaceva in quanto è variato e non monotono come una singola disciplina. Il mio primo allenatore è stato Ivo Zarro, che ci allenava nell’USA e ci ha preparato i primi piani di allenamento. Per 2-3 anni mi sono allenato con Adriano Engelhardt che è poi passato all’atletica, mentre io sono rimasto sulla triplice. Dopo questo periodo ho conosciuto Damiano Vedova grazie al quale ho migliorato ulteriormente le mie capacità. Da quest’anno mi sono affidato a Christophe Pellandini, con il quale stiamo lavorando soprattutto sul nuoto, il mio punto debole".
IN POSIZIONE Per guadagnare secondi sugli avversari.
Come riesci a conciliare studi e sport?
“Conciliare sport e studi non è sempre facile, ma con una buona organizzazione ci si può riuscire. Ricordo i primi anni di liceo: era un casino, mi piace chiamarlo “pasticcio”, la mia organizzazione era pari a zero, poi a furia di “legnate” ho imparato. Nel caso degli studenti è importante organizzare bene il tempo nelle ore buche e nel tempo subito dopo la fine della scuola di modo che in serata si ha il tempo di allenarsi senza l’ansia di studiare. Bisogna fare dei sacrifici, ma penso che ne vale la pena, non ci si può permettere di perde tempo con playstation o con il PC altrimenti si “pasticcia”. La scuola deve stare comunque al primo posto, lo sport poi si adegua.
Curiosità: ricordo la settimana del triathlon di Locarno, martedì avevo in programma 1h 30min in bici ma non avevo tempo dopo scuola, cosa fare? Sveglia alle 5.30 e il problema è risolto…".
I tuoi allenamenti?
"Al momento mi alleno 10-11 volte a settimana per un totale che varia da 10 a 15 ore a settimana, mettendo l’accento su corsa e nuoto. Mi alleno a Tenero per il nuoto e per il resto dove capita nel locarnese. Solitamente nel dopo scuola e nelle pause sul mezzogiorno se necessario".
Quali obiettivi per il 2012?
“Christophe a fine stagione mi aveva avanzato la proposta di richiedere la tessera pro e gareggiare insieme a Nils Anderlind, ma fatti due calcoli ho subito rifiutato poiché ho gli esami a giugno e il mio livello nel nuoto è ancora troppo basso. Quest’anno il mio obbiettivo è soprattutto migliorare nel nuoto. Inoltre mi aspetta il salto di categoria negli agguerritissimi “age group” su distanza olimpica. Dovrò fare un po’ di esperienza, ma spero comunque di riuscire a difendermi bene. Spero di finire nella top 10 del Circuit".

LA CORSA Il punto forte di Ivan.
Ivan è un giovane appassionato di sport. Purtroppo uno dei pochi triathleti di talento in Ticino. La nostra disciplina è oggi ben rappresentata per ciò che concerne il settore “age group”, sia nelle corte come nelle lunghe distanze (Ironman), ma accusa un indubbio ritardo nella cura del settore giovanile. Le ultime notizie riguardo la creazione del Team Triathlon Bellinzonese e del Team Triathlon Capriasca, strutturati proprio nell’ottica di una maggiore sensibilità verso i giovani, è confortante. In altri Cantoni della Svizzera e anche in Italia, anche la scuola partecipa organizzando prove di triathlon per i ragazzi. Da noi nulla o poco. Peccato perché il triathlon è uno sport completo che diverte e appassiona anche i più piccoli. Basta assistere alle prove dei “Kids” del Triathlon di Locarno per rendersi conto dell’entusiasmo dei bambini nel partecipare a queste prove. Speriamo che qualcosa cambi e a breve. Perché senza giovani, e su questo tutti saranno d’accordo, non c’è futuro.

mercoledì 4 gennaio 2012

347 dollari per iscriversi alla Maratona di New York!

La Maratona più famosa del mondo annuncia un aumento della tassa di iscrizione del 39%! Nel 1970 iscriversi costava 1 dollaro...
UN LUSSO! Se si considera la tassa per iscriversi...
La crisi coinvolge anche la mitica mara­tona di New York: per iscriversi alla 42 chi­lometri più famosa del mondo, gli atleti che regolarmente arrivano da ogni conti­nente quest'anno dovranno sborsare in media 60 dollari in più del 2011. È colpa dell'aumento dei costi per la sicurezza e, in particolare, per il servizio degli agenti del New York Police Department, ovvero la polizia della Grande Mela.
Certo, partecipare alla maratona è sempre uno dei migliori sistemi per dimagrire, ma ora a perdere peso sarà dunque anche il portafoglio dei runner...
E allora, i membri del New York Road Run­ners pagheranno quest'anno per parteci­pare 216 dollari, a fronte dei 156 dollari del 2011, mentre per i residenti negli Stati Uni­ti non membri del New York Road Runner l'iscrizione salirà a 255 dollari, contro i 196 dollari del 2011. Ma il conto più salato lo pagheranno gli stranieri: per loro il prezzo di iscrizione sarà di 347 dollari, contro i 281 dollari del 2011. Si tratta di aumenti com­presi tra il 24 e il 39 per cento. Un bel salto rispetto alla prima edizione del 1970. Al­lora ci furono solo 127 partecipanti e il co­sto di iscrizione era di appena un dollaro...

domenica 1 gennaio 2012

Dare inizio a qualcosa di importante

CORRERE Un gesto naturale fonte di benessere.
1. gennaio. È il primo dell’anno. Quale occasione migliore per una corsetta? Oggi è giorno festivo, quindi c’è tempo a disposizione. Dopo la corsa si può tornare a casa, guardare un po’ di TV, leggere qualcosa o semplicemente fare merenda in famiglia … o niente di tutto ciò. In ogni caso, qualunque cosa si voglia fare, sicuramente ci si sente meglio dopo aver sudato almeno per una mezz’oretta, anche per smaltire qualche caloria del cenone di ieri sera…
Una giornata come questa si presta per fare progetti, per dare inizio a qualcosa di grande, di importante. Nella vita in generale, ma anche - perché no? - nel triathlon, magari pensando ad una partecipazione al nostro primo triathlon in estate, oppure a migliorare il proprio personale.
O forse si preferisce allenarsi così, semplicemente per sentirsi sempre in forma e in salute, in fondo per avere una buona opinione di se stessi, il che è davvero la cosa più sensata e migliore. Bene, allora lasciamo che quest’anno sia proprio impostato in funzione di questo obiettivo.
Nuotare, pedalare, correre sono attività che vale la pena fare non solo nell’ottica di quel che ci darà in futuro, ma dei benefici fisici e mentali che ci regala giorno per giorno.
Allora usciamo per una corsa oggi, e lasciamo che inizi qualcosa di importante per noi...
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