domenica 29 gennaio 2012

Incontro con il podista estremo Marco Gazzola

A colloquio con il noto ultramaratoneta, tra i più forti  non professionisti al mondo, che ci racconta la sua breve parentesi da triathleta e i progetti per questa stagione

SCENARI MAESTOSI Marco Gazzola in Nepal durante l'Annapurna Mandala Trail.
Osservate la foto qui sopra. È fantastica. In essa viene catturato il gesto atletico del corridore nella sua dimensione più pura. L’uomo di fronte alla maestosità della natura.  Non c’è sofferenza o sentimento di sfida, solo concentrazione, desiderio di sciogliersi nel paesaggio attraverso la fatica. L’atleta gioca saltellando tra le rocce, da un sasso all’altro. Si diverte al cospetto della grande montagna che non teme ma che però rispetta nel modo più assoluto. Per Marco Gazzola, correre ha un significato “altro” rispetto alla semplice competizione. È piuttosto esperienza di vita, conoscenza di sé, rapporto privilegiato con il mondo esterno…

Chi è?
Marco Gazzola è nato il 3 settembre 1971, vive a Claro e lavora a tempo pieno come responsabile dei corsi TCS di Rivera. Ha giocato a hockey su ghiaccio nel Friborgo, nel Davos e nel Coira fino al 1995.
Il suo curriculum di atleta estremo è impressionante con all’attivo numerose prove, tra cui la celebre Marathon des Sables e la Swiss Alpine Marathon. Lo scorso anno ha fatto l’Annapurna Mandala Trail, in Nepal e la Tor des Géants in Valle d’Aosta dove è stato squalificato – dopo essere stato in testa per ben 320 chilometri con un vantaggio notevole sul secondo concorrente – per essersi perso e non essere stato rilevato all’ultimo controllo.
Marco Gazzola, atleta a 360 gradi. Poteva mancare il triathlon? No, visto che nel 2007 ha partecipato all’"Inferno Triathlon”* concludendo, oltretutto, tra i primi…

Che ricordi ti sono rimasti di questa esperienza?
È stata semplicemente stupenda. L’attività che contempla più discipline mi è sempre piaciuta. Del resto non è raro che io mi cimento, negli allenamenti, in quelli che definisco “biathlon-alpini”: partenza da casa in bici per raggiungere qualche bella vallata Ticinese, poi scarpette ai piedi e via di corsa fino alla cima di una montagna… Nel caso del triathlon ho dovuto impegnarmi di più nella preparazione della prima frazione, essendo il nuoto la disciplina che pratico di meno. È stato però divertente, grazie anche ad allenamenti diversificati e stimolanti.

Nel dettaglio la gara come è andata?
Sono partito malissimo, peggio di così non potevo iniziare: dopo pochi metri mi si sono completamente appannati gli occhialini e così ho nuotato i 3,1 km zigzagando e dovendo continuamente fermarmi per individuare l’arrivo. Nella tratta in bici e MTB mi sono ben difeso e… che emozione pedalare al cospetto della parete Nord dell’Eiger!
La corsa in salita all’inizio è stata dura, le gambe erano un po’ “betonizzate”, ho dovuto fermarmi alcune volte per alimentarmi, ma quando l’energia è entrata in circolo sono rinato e a pochi chilometri dall’arrivo, nella nebbia, ho sentito gridare il mio nome: l’amicone Igor Nastic mi ha dato la carica per terminare, con il miglior tempo finale nella corsa, ai 2970 metri dello Schilthorn.
FINISHER All'Inferno Triathlon del 2007.
Quest’anno hai già programmato delle gare? Ti rivedremo al via di una prova di triathlon?
Fra pochi giorni parto per il Brasile: due settimane di vacanza bici-corsa, gara eco-solidale per un villaggio di bambini a Pititinga, sarà sicuramente un’esperienza entusiasmante.
In Aprile sarà la volta del Nepal, con il giro della Valle del Mustang (luogo protetto con 1000 permessi annuali) al confine con il Tibet, gara in semi-autosufficienza di 300 km con 11 tappe in 12 giorni.
E durante l’estate: Lodrino-Lavertezzo, Irontrail nel Canton Grigioni e di nuovo il Tor des Géants in Val d’Aosta.
Per quanto riguarda il triathlon… beh per il momento è “accantonato”, ma… mai dire mai, sicuramente ci sarà un bel triathlon in qualche parte del mondo che mi incuriosirà.

Vuoi concludere con un saluto ai nostri lettori?
Beh si, un salutone a tutti gli amici sportivi e vi auguro una stagione piena di emozioni e soddisfazione!

Auguri anche a te, Marco, da parte nostra!

*L’INFERNO TRIATHLON (un nome che dice tutto…) con i suoi 5500 metri di dislivello da superare è considerato tra i più duri al mondo. Il percorso prevede 3,1 km a nuoto nel lago di Thun, 97 km in bici (2145 m di dislivello), 30 km in MTB (1180 m dislivello) e la tratta a corsa di 25 km con 2175 m da superare. Quest’anno avrà luogo il 18 agosto con un numero massimo di 250 atleti.
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