TRIONFATORE Ronnie Schildknecht. |
Difficile
dire quale sia stato l’avversario principale per i 2450 atleti, provenienti da
68 nazioni, che domenica hanno partecipato al celebre Ironman di Zurigo,
megaevento il cui indotto per la città è calcolato attorno ai 13-14 milioni di
franchi, a fronte di un budget organizzativo di 3,4 Mio.
Si penserà ovviamente alla durezza della prova con i suoi 3,8 km a nuoto (quest’anno senza neoprene visti i 26°C del lago), 180,2 km in bici e 42,2 km a corsa. Giusto. Occorre però dire che, come forse raramente è successo in precedenza, gli atleti questa volta hanno dovuto lottare contro le… alte temperature (35°C) che hanno mietuto vittime soprattutto nella frazione conclusiva, quella a corsa. Ovvio che in simili condizioni, su uno sforzo prolungato di otto ore e più, solo chi ha saputo gestire meglio le energie alla fine ha raccolto i frutti. È ciò che ha fatto Ronnie Schildknecht, vincitore per la settima volta consecutiva a Zurigo, che pure è stato bloccato dai crampi negli ultimi chilometri della tratta in bici perdendo alcune posizioni, ma che è poi riuscito a ristabilire un giusto equilibrio idro-salino con l’assunzione di sali minerali. Cosa che invece non è successa a Jan Van Berkel, al comando fino alla frazione conclusiva ma che in seguito è stato costretto al ritiro, completamente prosciugato dalla fatica. Schildknecht ha chiuso in 8:33.39, davanti all’iberico Ivan Rana, campione del mondo su distanza olimpica nel 2002, staccato di 7.16 e al tedesco Per Bittner giunto a 12.44. “Ho sofferto durante tutta la gara”, ha detto Schildknecht. “Prima per i crampi poi per il caldo. Sono felicissimo per questa settima vittoria, ma è stata davvero una…durissima giornata di lavoro”. Primo ticinese al traguardo è Igor Nastic, che ottenendo il 5. posto di categoria tra gli M35-39 con il tempo di 9:44.15 (54.56/5:14.24/3:29.54), raggiunge l’obiettivo che si era prefisso, qualificarsi per le Hawaii. “Sono contento della gara: la peggiore sul piano del piazzamento e della fatica, la migliore sul piano della prospettiva”. Tra le donne vittoria per la tedesca Anja Beranek (9:21.31) con seconda la 23enne elveticaCéline Schärer mentre terza ha chiuso l’ungherese Erika Csomor. Se nell’Ironman è stato uno svizzero a precedere uno spagnolo, nel campionato europeo 5150 di sabato le posizioni si sono invertite con Javier Gomez trionfatore su Sven Riederer.
Si penserà ovviamente alla durezza della prova con i suoi 3,8 km a nuoto (quest’anno senza neoprene visti i 26°C del lago), 180,2 km in bici e 42,2 km a corsa. Giusto. Occorre però dire che, come forse raramente è successo in precedenza, gli atleti questa volta hanno dovuto lottare contro le… alte temperature (35°C) che hanno mietuto vittime soprattutto nella frazione conclusiva, quella a corsa. Ovvio che in simili condizioni, su uno sforzo prolungato di otto ore e più, solo chi ha saputo gestire meglio le energie alla fine ha raccolto i frutti. È ciò che ha fatto Ronnie Schildknecht, vincitore per la settima volta consecutiva a Zurigo, che pure è stato bloccato dai crampi negli ultimi chilometri della tratta in bici perdendo alcune posizioni, ma che è poi riuscito a ristabilire un giusto equilibrio idro-salino con l’assunzione di sali minerali. Cosa che invece non è successa a Jan Van Berkel, al comando fino alla frazione conclusiva ma che in seguito è stato costretto al ritiro, completamente prosciugato dalla fatica. Schildknecht ha chiuso in 8:33.39, davanti all’iberico Ivan Rana, campione del mondo su distanza olimpica nel 2002, staccato di 7.16 e al tedesco Per Bittner giunto a 12.44. “Ho sofferto durante tutta la gara”, ha detto Schildknecht. “Prima per i crampi poi per il caldo. Sono felicissimo per questa settima vittoria, ma è stata davvero una…durissima giornata di lavoro”. Primo ticinese al traguardo è Igor Nastic, che ottenendo il 5. posto di categoria tra gli M35-39 con il tempo di 9:44.15 (54.56/5:14.24/3:29.54), raggiunge l’obiettivo che si era prefisso, qualificarsi per le Hawaii. “Sono contento della gara: la peggiore sul piano del piazzamento e della fatica, la migliore sul piano della prospettiva”. Tra le donne vittoria per la tedesca Anja Beranek (9:21.31) con seconda la 23enne elveticaCéline Schärer mentre terza ha chiuso l’ungherese Erika Csomor. Se nell’Ironman è stato uno svizzero a precedere uno spagnolo, nel campionato europeo 5150 di sabato le posizioni si sono invertite con Javier Gomez trionfatore su Sven Riederer.