SORRIDE IronLance a Kona potrebbe dire la sua. |
La domanda era già stata posta un paio d’anni fa quando il 7 volte vincitore del Tour de France aveva manifestato l’intenzione di partecipare all’Ironman. E su di essa si era aperta un’accesa discussione. In genere, però, si riteneva che il texano non avrebbe potuto competere con i migliori.
Ecco un’osservazione, su tutte, che venne fatta in un blog:
“Nonostante la mia grande stima per Lance Armstrong, a Kona l'arrivo lo vedrà quando già ne saranno passati molti lungo l'Alii Drive…
Da buon nuotatore che era non credo che uscirà dall'acqua tanto lontano dai primi (5 minuti, almeno credo).
In bici credo che possa fare i tempi di Craig e di Macca, ma non quelli del miglior Stadler o di Lieto (vedi Jalabert). Non tanto per le capacità (qui non si discute), quanto per il NON adattamento a pedalare dopo un forte nuoto, ma soprattutto perché durante la preparazione dovrà dedicare tanto ma tanto tempo al nuoto e alla corsa tralasciando la bicicletta. Ciò che non fanno gli altri..
Poi la corsa. E qui le dolenti note!! Ad essere ottimisti potrà fare una frazione intorno alle 3h15.. Non basta per salire sul podio, tantomeno entro le 10 posizioni..
A conti fatti credo che il miglior Armstrong potrà stare tra la 20ma e la 30ma posizione…”.
Insomma, ad Amstrong venivano date poche possibilità. Il recente risultato all’Ironman Panama 70.3 ha però cambiato radicalmente la carte in tavola. Il secondo posto ottenuto ha mostrato un atleta assolutamente competitivo, con oltretutto ampie possibilità di miglioramento qualora il campione texano dovesse gareggiare, ad esempio, con il suo peso forma.
La domanda a questo punto viene riproposta: Lance Armstrong in ottobre potrebbe vincere a Kona?
Sulla base del risultato di Panama sono stati fatti in queste settimane degli studi molto interessanti (e curiosi) per stabilire le possibilità di Lance.
Anzitutto è stata fatta un’analisi della gara di Panama dove è stato notato che:
“Lance Armstrong ha completato l’Ironman 70.3 di Panama in 3h50’55”: dopo un buon nuoto, ha percorso i 90 km alla media di 41.5 km/h e corso i 21.1 km alla media di 16.4 km/h. La prima parte della corsa è stata fatta troppo veloce (attorno ai 18 km/h), ciò che ha compromesso la fase finale della gara (gli ultimi 6.3 km alla media di 14.8 km/h): una errata distribuzione dello sforzo gli è probabilmente costata la vittoria nella prova, dove ha comunque ottenuto un ottimo secondo posto alle spalle di un campione come Docherty già medaglia olimpica”.
Facendo dei calcoli molto complessi e tenendo conto delle caratteristiche fisiche di Lance Armstrong un’equipe di medici ha dunque ritenuto che il campione texano, se saprà prepararsi in modo adeguato, è in grado di completare i 180 km alla media di 41 km/h nel tempo di 4h23 e di correre la maratona a 15 km/h in 2h48. Aggiungiamo una tratta a nuoto di poco inferiore all’ora ed abbiamo un tempo complessivo di… Insomma, un “crono” assolutamente competitivo.
Certo, questi sono solo calcoli ipotetici. La gara è un’altra cosa. E allora? Allora aspettiamo Nizza e il suo responso. Quel che è certo è che grazie ad Armstrong il triathlon (e l’Ironman in particolare) avrà una crescita di immagine assolutamente… eccezionale. E questo non può che farci piacere.