Ho provato a vincere e alla fine ho vinto
un terzo posto”. Così ho commentato su Facebook due giorni fa. E in effetti
così è andata a Vichy, domenica 28 agosto, nella prima tappa che assegna punti
per la qualifica al mondiale Ironman 2017.
8h19’58” il mio tempo finale (50’18” nuoto,
4h31’20” bici, 2h53’46” corsa). Mezz’ora in meno di un anno fa, nella stessa
gara. È andata bene, ma non è un caso. Vi racconto come…
Tornato da Francoforte avevo pensato subito
alla gara di Vichy. Nel 2015 era stata una buona prova, ma era rimasto un
pizzico di amaro per una penalty e un guasto che mi avevano fatto perdere tempo
prezioso in bici. Sapevo che era la gara giusta per diversi motivi, esattamente
cinque:
1.
agosto/settembre/ottobre sono
sempre stati i miei mesi migliori in termini sportivi
2.
conoscevo il percorso bene
3.
buona parte dei PRO forti sono
impegnati a pensare a Kona (tranne Wiltshire #$&%?!, ma questo l’avrei
scoperto dopo…)
4.
avrei avuto buona compagnia per
questa trasferta e anche questo conta molto
5.
potevo sfruttare la
preparazione di agosto dove generalmente riesco a essere più tranquillo
Ho fatto un piccolo piano. 7 settimane,
dall’11 luglio al 28 agosto. Con alcuni asterischi sugli allenamenti
fondamentali per raggiungere un obiettivo: volevo vincere questa gara.
Settimana 1: iniziamo bene, torno da
Ledro (gara sprint) con una bella scivolata in bici sul bagnato. E una
condizione ancora da costruire
Settimana 2 e 3: piazzo qualche allenamento
lungo di bici e corsa (collinari per fare un po’ di lavoro muscolare) e in
mezzo ci metto la gara di Cernobbio (qualité!!)
Settimana 4: prima di partire per Predazzo
faccio una settimana più qualitativa con allenamenti un po’ di voluminosa
qualità di bici e corsa
Settimana 5: a Predazzo va “in onda” il
Train Smart camp e quella settimana è impegnativa, sfrutto le salite e il
gruppo per farmi 30 ore di allenamento, compresa qualche sgasata con Dega in
bici e con Fonty a nuoto e corsa.
Settimana 6 e 7: il mare e gli ultimi
allenamenti di rifinitura, grazie della compagnia agli spezzini Mozzachiodi,
Ferlazzo e Gessa. Ultimi 4 giorni a Milano prima di andare a Vichy con
passaggio a Treviglio, in Bianchi, per un check alla bici.
E poi la gara… so che Wiltshire è molto
forte a nuoto, ci conosciamo bene, si mette di fianco a me, ma vedo che non
esagera e lascia fare agli altri. Ai 1500 m il ritmo è troppo lento, ho la
sensazione che siamo in troppi e so che devo dare distacchi ai potenziali buoni
maratoneti. Quindi mi metto davanti e forzo l’andatura fino al termine. Esco
davanti a Wiltshire e subito dietro ci sono il belga Brydenbach a non molto il
tedesco Niedrig.
Wiltshire perde la borraccia dopo 2 km, e
si ferma a recuperarla. Lo stesso succede a me poco dopo, troppe buche nel
primo tratto, era quella dove metto i gel, che fare? Esito un po’ troppo e non
mi fermo. Tiro dritto sapendo che i ristori della gara sono ben forniti di gel,
barrette, acqua, coca. Al 15° km mi recuperano Wiltshire e Brydenbach (in
verità era da un po’ che li vedevo a 50 m e non rientravano, così ho
rallentato). Ci alterniamo in testa, l’andatura è regolare. Tranne quando ci
passa Niedrig che se ne va e che lasciamo andare. Wiltshire mi chiede se
conosco il belga. No. Può correre forte? Non lo so.
Quindi mi dice che prova a forzare. Ma il
belga rimane con noi. Strano, sembrava in effetti un po’ in difficoltà a tenere
il ritmo in bici, invece…
Nel finale qualche gocciolina di pioggia e
qualche nuvola fanno ben sperare rispetto alle previsioni di un caldo atroce.
Si correrà un pochino più al fresco. Si corre. Abbiamo 7 minuti da Niedrig.
Cambio rapido e mi ritrovo subito al fianco Harry. Corriamo affiancati e
qualcuno più avanti ci dice che davanti “He’s dead, almost walking”. Corriamo
allo stesso passo e penso a quanto mi ha detto due giorni prima al briefing
quando gli ho chiesto come mai facesse questa gara nonostante sia qualificato a
Kona: “l’alternativa era un matrimonio e stare seduto 4-5 ore a mangiare,
meglio provare a vedere come sto, faccio nuoto e bici e se sto bene corro”.
Penso che potrebbe anche non stare così bene… ma penso soprattutto alla mia
gara, siamo partiti forte, ma so che questa è una buona occasione e ci si deve
provare.
Al termine del primo giro
superiamo Niedrig, che in effetti non era brillantissimo. Vedo il Toma e
Benny che mi incitano (ma siamo solo all’inizio…) e poi penso “ma che c… ci fa
li Benny?”. Il Toma aveva corso il 70.3 il giorno prima ma lui doveva fare
l’Ironman. Passo dallo special needs, dove è consentito rifornimento personale,
ma per ora non mi serve nulla, faccio segno ad Elena che è tutto ok. Harry dice
al suo amico che va tutto bene, “I’m perfect” e lo invita a passargli i
rifornimenti al giro successivo. Maledetto…
Il problema è che al giro successivo ci
arriviamo staccati, perchè sono io che cedo un po’ accusando una crisi. Chiedo
a Elena di passarmi la bottiglietta con l’R2 che forse mi può aiutare più dei
gel o altro.
Ma ci metto un po’ a berla, sorseggiando
pian piano, perchè lo stomaco non è molto ricettivo. Nel frattempo il mio passo
diventa un po’ pesante e devo gestire mentalmente la crisi. Mi supera il belga
Brydenbach che era poco dietro a noi. Tengo duro e penso a mettere un piede
davanti l’altro, senza fermarmi. O meglio, mi fermo solo a camminare qualche
metro per prendere meglio i ristori. Arrivo intorno al 25° km e inizio a
sentirmi meglio, reagisco e penso che devo tenermi stretto questo podio. Il
passo migliora, ripasso per l’ultima volta dalla zona arrivo, altra mezza
bottiglietta di R2 e parto per l’ultimo giro, sento che le gambe adesso vanno.
Ok, provo a riprenderli? Le energie sono tornate e sto correndo bene ma è
sinceramente difficile. L’ultimo giro passa veloce… è difficile capire i
distacchi perchè nel frattempo in molti stanno correndo sul percorso. Ma sul
finale vedo davanti la bici che anticipa Brydenbach e capisco che è troppo
lontano. Va bene così, continuo a correre forte ma so che è solo per il tempo
finale. Entro nell’arena.
Sì, sarebbe stato bello entrarci come al
primo giro, da leader della gara, ma il terzo posto è il mio primo podio
Ironman!
A 20 m dall’arrivo vedo i miei genitori ed
Elena, saluto e vado a tagliare il traguardo. 8h19’58”. Il tempo lo realizzo
solo dopo qualche minuto… non pensavo di essere stato così veloce. Ah, per la
cronaca Harry Wiltshire ha tagliato il traguardo 2’40” prima di me e Tim
Brydenbach 1′ circa, bravi! Tra l’altro Harry aveva vinto il mondiale
universitario nel 2006, indovinate chi fu terzo in quell’occasione?
Devo seriamente fare un po’ di
ringraziamenti per questo risultato. Io ho fatto una buona gara, ma ci sono
tante persone che hanno contribuito a farmi arrivare qui.
Elena e i miei genitori li ho citati prima,
ovviamente li metto in cima alla lista.
Citazione speciale per chi era presente a
Vichy:
Andrea, che a Francoforte mi ha dato la
spinta per conquistare questo risultato, e che ha dato un gran prova di carattere
(nonostante tutto) terminando il suo primo Ironman 50 giorni dopo una brutta
caduta in bici e con il conseguente scarso allenamento. E Sara che ci ha
supportato e sopportato.
Toma e Benny, perché sono stati
determinanti per farmi tirar fuori quel pizzico in più nei momenti difficili
della gara, impossibile non sentirli a bordo strada.
Enzo e l’avvocato La Placa, una strana
coppia di camperisti che ho scoperto sono anche dei forti Ironman mi spiace
solo che la concorrenza sia stata un po’ elevata per prendere la slot.
Maurizio e Chiara, ma chi ve l’ha fatto
fare? Però sono contento che vi siate divertiti e fortunatamente non vi ho
delusi.
Complimenti al Lele che è un pazzo, ma ha
tagliato anche questo traguardo
E grazie a tutti gli italiani presenti che
hanno tifato e mi hanno fatto i complimenti. Bravi a tutti i finisher.
Grazie a chi era a casa ed è prezioso per
questi traguardi, in ordine casuale e non di importanza: Ale, la Fede, Alberto,
Daniel, Mic, Inès, Simone, Luca e la DDS, i miei compagni di allenamento (anche
i più pirla), chi ha condiviso la settimana a Predazzo e tutti quelli che in
passato mi hanno aiutato in ogni modo (anche in quelli negativi, che aiutano
anche quelli…)
Un grazie particolare a tutte le aziende
che mi sostengono e mi permettono di fare questa “faticaccia” senza troppa
fatica
Quindi: Fratelli Beretta, Bianchi,
Trispecialist, Brooks, Aquasphere, fi’zi:k, Elite e anche a tutti gli sponsor
DDS triathlon team.
Classifiche Ironman Vichy 2016