sabato 1 febbraio 2014

A-Z fitness, ovvero lo sport al servizio del benessere: intervista a Nicola Pfund su Giornale Sport

Proponiamo di seguito questa intervista pubblicata sulla rivista "Giornale Sport" in cui Nicola Pfund risponde a delle domande inerenti il suo ultimo libro A-Z fitness: sport, benessere, salute che sta avendo un ottimo riscontro.


1.  Il libro è dedicato a tutti coloro che hanno il coraggio di cambiare le loro abitudini, iniziando a fare movimento e sport: siamo davvero una società di sedentari e pigri? Sembrerebbe il contrario, osservando le molte persone che corrono per le strade, i marciapiedi e lungo i sentieri…
Indubbiamente il numero di persone che oggi praticano un’attività sportiva in un’ottica di benessere è aumentato rispetto a solo cinque o dieci anni fa. È un’onda positiva che grazie ad una serie di circostanze positive sta investendo anche la nostra regione. Tuttavia le statistiche ci dicono che solo una percentuale ridotta, si parla di una persona su quattro, da noi fa sport con regolarità e che il problema del sovrappeso nella popolazione è tutt’altro che inesistente con tutte le conseguenze che si porta appresso, fisiche ma anche della sfera psichica. Si  calcola che in Svizzera ogni anno vengono spesi circa 10 miliardi di franchi a seguito di problemi derivanti dall’inattività e dallo stress. Quindi è vero, ed è percepibile, che c’è più gente che fa movimento e sport, ma prima di raggiungere percentuali  soddisfacenti c’è ancora molta strada da fare a livello di promozione e sensibilizzazione. Il libro è stato pensato proprio in quest’ottica e dall’interesse che sta suscitando sembra aver centrato l’obiettivo. 

2.  La quantità e la qualità del movimento: cosa bisognerebbe sempre fare, quando e come ?
Su questo la scienza dello sport ha da tempo fatto chiarezza. Anzitutto sono preferibili sport aerobici come corsa, nuoto, bicicletta o sci di fondo da praticare anche in alternanza per non sovraccaricare troppo certe parti dell’apparato locomotore con sforzi ripetitivi. Prendiamo l’esempio della corsa: correre soltanto, magari in modo intenso, comporta il rischio di avere problemi muscolari e tendinei agli arti inferiori. Ideale quindi sarebbe variare, oggi corsa, domani nuoto, ecc., combinando e integrando anche esercizi di allungamento (stretching) e qualche seduta di forza nel rispetto dell’ormai famoso triangolo “forza-resistenza-agilità”. Basta anche solo mezz’ora al giorno. Un altro aspetto importante è l’intensità che in qualsiasi sport aerobico non deve essere mai eccessiva ma tutt’al più a un regime medio o leggermente superiore. Nel libro una voce è consacrata ai principi fondamentali dell’allenamento che sono sei e che vanno dalla gradualità alla varietà, passando dalla programmazione, ecc.: per chiunque, dallo sportivo impegnato a quello più soft, vale la pena leggerli con attenzione, poiché è incredibile come spesso, ignorando queste fondamentali regole, si commettano degli errori anche grossolani e che portano all’infortunio e all’abbandono. La parola chiave è comunque una : mai esagerare e procedere per piccoli passi.

3.  Si può iniziare a fare sport a tutte le età ?
Assolutamente si, a condizione che non vi sono controindicazioni mediche. Importante, per chi da tempo non fa movimento, è sottoporsi a una approfondita visita medica e in seguito affidarsi a un valido preparatore atletico.  In questo caso fondamentale è il gesto corretto, la prudenza (avanzare gradualmente) e il peso corporeo. Un discorso che vale anche per chi da giovane ha fatto sport ad alto livello ma che poi per anni non ha più praticato. C’è da dire che il movimento è importante a qualsiasi età, ma lo è soprattutto da anziani. E sono davvero incredibili i benefici che ne derivano sulla qualità di vita per chi è in là con gli anni, anche solo facendo un po’ di ginnastica in gruppo o camminando.

4.  Oggi sono parecchi coloro che non possono fare a meno di correre o di andare in palestra a “farsi i muscoli”: il rischio di diventare “sportdipendenti” è reale ? E quali rischi comporta ? Troppo benessere fisico, cioè un eccesso di allenamento, può nuocere anche alla salute ?  
Paradossalmente è vero, ma come dice anche il vecchio adagio “il troppo storpia”. Nello sport resiste la mentalità che occorre lavorare molto duro, al limite della sofferenza fisica, se si vuole migliorare. Non sempre è così. Piuttosto è una questione di misura, di giusto dosaggio e – soprattutto – di alternanza tra sforzo e riposo. Pensiamo allo sport di alto livello che spesso produce problemi fisici non indifferenti dovuti ai sovraccarichi. È vero, qui ci sono altre motivazioni, ma resta comunque il fatto che se ci si ferisce la preparazione va a farsi… benedire. Lo sport praticato in un’ottica di benessere deve anzitutto - lo dice la parola stessa - procurare piacere e aggiungere qualità alla vita. Se si trasforma in stress e dipendenza non raggiunge l’obiettivo sperato.

5.  Che cosa è per te lo sport ?
Credo che la risposta la si ritrovi nei contenuti e nelle voci di questo libro: benessere, serenità, introspezione, amicizie, voglia di vivere, positività. Da sottolineare: questo approccio viene da un’evoluzione in cui c’è stato in passato, anche per me, l’eccesso e la competizione (esasperata). Ecco, credo che il superamento di questi due elementi in particolare, che oggi segnano e contraddistinguono in modo anche pesante la stragrande maggioranza delle manifestazioni sportive, rappresenti sotto un certo punto di vista un salto evolutivo, che è anche sinonimo di liberazione dal “gioco” del risultato a tutti i costi e del cronometro. Un passo non facile visti anche i valori della nostra società che guardano proprio nella direzione del rendimento e di un certo tipo di utilità. Ma lo sport per me è, appunto, anche controtendenza rispetto a tutto ciò e possibilità per crescere attraverso nuovi valori.

6.  Scrivere un libro sul fitness dalla A alla Z: cosa dice Nicola Pfund di nuovo e che non si trova su molte altre pubblicazioni già uscite su un tema oggi molto divulgato e promosso in varie forme ?
Credo che la novità del libro stia nell’approccio complessivo e nell’interpretazione del termine “fitness”. Un termine che, nella sua accezione corretta, non si riferisce a uno sport particolare (oggi spesso legato alle cosiddette palestre), ma a una condizione di salute e benessere a cui si dovrebbe tendere attraverso delle corrette abitudini di vita. Abitudini dove accanto all’attività fisica (di un certo tipo, come abbiamo visto) vi sia anche un’attenzione all’alimentazione e al giusto riposo/recupero. Inoltre il libro integra voci che altrove verrebbero trattate separatamente, proponendo una visione più completa, a 360° gradi, sulla ricerca del benessere attraverso il movimento. Sono convinto che questo è un approccio che in futuro non potrà che affermarsi sempre di più.
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