L’incredibile
sprint tra Gomez
e Brownlee
è stato l’ultimo atto di una rassegna iridata contrassegnata da un lato da
condizioni meteo un po’difficili (domenica la temperatura dell’aria era di soli
11°C, quella dell’acqua di poco più di 15°C), ma che ha dato anche importanti
indicazioni circa la “forza”di ciascuna nazione nel campo della triplice
disciplina. Il medagliere parla chiaro e ci dice che la Svizzera nel computo
finale è addirittura terza, con un toltale di 8 medaglie (5 ori,2 argenti e un
bronzo), alle spalle di Gran Bretagna, inarrivabile con le sue 65 medaglie
complessive, di cui 25 ori e Stati Uniti (42 medaglie e 15 ori). Alle nostre
spalle, Germania, Italia (un paese in grande crescita nel triathlon, forse la vera
sorpresa di questi mondiali), Canada, Nuova Zelanda e Francia. Per i colori
rossocrociati un esito quanto mai positivo, sebbene i risultati degli élite noi
siano stati all’altezza (causa anche l’assenza di Nicola Spirig), a cui
ha contribuito in “nostro” Bruno
Invernizzi, vincitore tra gli M40.