lunedì 30 settembre 2013

La StraLugano dal... sellino della mia bicicletta: cronaca di una giornata speciale

ECCOMI Dietro al vincitore, in bici.
Domenica sono stato uno dei tanti al via della StraLugano. Però non vi ho partecipato come concorrente, ma come volontario al servizio dell’organizzazione. Ho seguito l’evoluzione della gara, e soprattutto dei primi, in sella alla mia mountain bike con una radio al collo e con il compito di fare gli aggiornamenti in diretta agli altoparlanti in zona traguardo. È un’idea nata alcuni anni fa insieme a Vanni Merzari, presidente del CO, e che ha avuto successo. Così, puntualmente in occasione della StraLugano, al mattino presto quando l’aria è ancora fresca, oppure se piove come ieri, inforco la bici e scendo verso il Centro lungo le strade deserte di una città ancora addormentata.
Percorrere le vie di Lugano senza traffico è qualcosa di speciale, ne rileva in qualche modo un’anima diversa dal solito e predispone a un nuovo sguardo. Quando giungo al Palazzo dei Congressi è un brulichio di gente in calzoncini e scarpette chi cerca riparo sotto una copertura, chi si muove senza una meta precisa con la mantellina. I corridori riempiono le strade e i marciapiedi lungo Viale Carlo Cattaneo fino alla foce, dentro il Parco Ciani e in Riva Caccia. Ci si muove da soli, in coppia o a piccoli gruppi: alcuni sorridono, altri parlottando, altri ancora fanno stretching. Qualcuno, malgrado l'umidità, fa yoga nel parco fissando un punto impreciso in direzione del lago, oltre le nubi gonfie d'acqua, cercando forse la giusta concentrazione. È un clima di festa, anche se il pensiero è ormai rivolto a quei trenta chilometri di percorso - altamente suggestivo, sì, ma non facile! - attorno al San Salvatore. Come sarà? Tre, due, uno… partenza! Il biscione colorato si mette in moto, la corsa è partita e con essa la storia “del tutto personale” di migliaia di persone che hanno avuto il coraggio di mettersi in gioco. Correre la StraLugano è qualcosa di particolare. È la possibilità di entrare in quel silenzio in cui ascolti e assecondi il ritmo del tuo cuore e dei pensieri, la fatica che ti sorprende improvvisa e ti si fa compagna a ricordarti chi sei e i tuoi limiti, a ripeterti che l’importante non è ribellarsi, ma imparare. Mi sono chiesto se Lugano ha connaturato il correre al proprio respiro. Forse non ancora, ma il crescente successo della StraLugano, che quest’anno ha toccato i 4.000 concorrenti, ci indica che piano piano anche da noi ci si sta aprendo alla consapevolezza della corsa lunga; alla sfida pulita di un traguardo da raggiungere con umiltà.
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