lunedì 23 gennaio 2012

Intervista al giovane triathleta Gregorio Delcò

A colloquio con il promettente momò che, malgrado sia confrontato con il diabete, riesce ad esprimersi a livelli di assoluta eccellenza.  Ecco come convive con la malattia, quali sono i suoi obiettivi in stagione e qual è il sogno nel cassetto per la sua carriera di triathleta.
CHE PASSO! Gregorio Delcò impegnato nella tratta a corsa.
Gregorio, puoi presentarti brevemente e dirci qual è il tuo “background” sportivo?
Sono nato a Mendrisio l'8.08.1992. Sin da bambino ho sempre praticato sport, dal calcio allo sci all'atletica e altro ancora. Fino al 2005 del triathlon non ne sapevo quasi nulla, la mia esperienza nella triplice si limitava infatti ad alcuni kids triathlon a Locarno. Nel nuoto non ero (e non sono tuttora) veloce, preferivo quindi prendere parte a gare di atletica leggera, dove la mia specialità erano gli 800 m e i 1000 m, e dove nel marzo del 2009 ho ottenuto il mio “best time” di 2'42'' ai Campionati Svizzeri indoor, conquistando l'8° posto di categoria. Per una stagione ho preso anche parte al 'progetto Brixia'. Per diversi anni ho inoltre gareggiato per il Velo Club Mendrisio. Col tempo però mi sono avvicinato sempre più alla triplice, per poi approdare definitivamente ad essa nel 2008, riuscendo ad ottenere a fine stagione la Swiss Olympic Talents Card. Nel 2009 sono entrato a far parte di una squadra di triathlon italiana, la A.R.C. Busto Arsizio, iniziando così a gareggiare sia in Italia che in Svizzera. Da quest'anno correrò per un Team statunitense, Team Type 1, un team di atleti d'élite diabetici, ed essendo io diabetico di tipo 1 dal 2003 è questa per me una grande opportunità.
Come sono organizzate le tue giornate e che obiettivi hai in stagione?
Quest'anno sto svolgendo un periodo di stage di 10 mesi, per poi poter accedere alla SUPSI e frequentare il corso di ingegneria civile. Attualmente mi alleno circa 10 ore alla settimana, suddivise in 8-9 allenamenti, cercando di conciliare sport e lavoro, e fruttando ogni momento libero della giornata. Per questa stagione ho intenzione di richiedere la tessera Pro per la distanza sprint in Svizzera, mentre per quanto concerne la distanza olimpica ritengo sia meglio confrontarsi con gli “age-group”. Ho inoltre intenzione di partecipare alle gare del circuito Sprint e Olimpico Italiano. L'obiettivo principale per questa stagione è quello di partecipare ad un Ironman 70.3.
A TUTTA Tra il nuoto e la bici il cambio è uno... sprint.
In relazione al fatto di essere diabetico, a cosa devi prestare attenzione per la tua attività di sportivo?
Il fatto di essere diabetico è per me un'ulteriore motivazione a continuare a fare sport a livello agonistico. Detto questo, è molto importante che mantenga durante l'intera giornata la glicemia (il livello di zucchero nel sangue) sotto controllo, ed in particolare durante gli allenamenti. Avere un valore adeguato durante l'attività sportiva è molto importante, se la glicemia è troppo alta non riesco ad allenarmi, mi sento male fisicamente e non è neppure salutare, se invece questo valore si abbassa troppo (ipoglicemia) il mio corpo va letteralmente in riserva di energie, gli zuccheri nel sangue diminuiscono e io devo fermarmi a mangiare. Durante la giornata eseguo circa una decina di test, che consistono in un piccolo prelievo di sangue, in questo modo tengo sotto controllo il mio diabete.
A livello di rendimento la malattia incide sulle tue prestazioni di sportivo?
Purtroppo si, e molto. Se i miei valori ematici non sono più che buoni la performance sportiva peggiora notevolmente. Con una glicemia alta nonostante nel sangue ci siano più zuccheri la prestazione diventa scadente in quanto non è presente nel corpo una quantità adeguata di insulina per poter usare questi zuccheri, inoltre una glicemia molto alta provoca disidratazione, ed il sangue diventa più denso. Un valore basso è invece paragonabile ad una 'crisi di fame', essendoci pochi zuccheri da utilizzare il corpo non riesce più a produrre energia sufficiente, in quest'ultimo caso devo mangiare tempestivamente per non rischiare di arrivare a valori talmente bassi da rischiare lo svenimento.
Sei seguito da qualcuno nell'organizzazione dei tuoi allenamenti?
Nell'organizzazione degli allenamenti mi sono quasi sempre arrangiato, cercando di impostare al meglio sport e scuola. Dal 2009 fino alla scorsa stagione sono stato seguito dall' A.R.C. Busto Arsizio, una squadra di triathlon italiana, dove più che un programma dettagliato mi davano un'impostazione generale. Per ogni singola disciplina mi alleno con squadre differenti. Per quanto concerne il nuoto devo ringraziare la Società nuoto Mendrisiotto, che ha sempre dimostrato grande disponibilità, offrendomi la possibilità di allenarmi per la prima frazione della triplice. Nel ciclismo invece fino al 2010 sono stato tesserato per il VC Mendrisio, e tuttora esco regolarmente con alcuni amici ad allenarmi. Per l'ultima delle tre discipline mi alleno prevalentemente da solo, mi trovo comunque regolarmente con la Vigor Ligornetto per fare allenamenti di velocità in pista. Quest'anno, come detto, sono entrato a far parte di un team statunitense, Team Type 1, una squadra di ciclismo, running e triathlon con atleti diabetici, team per il quale corre anche Rubens Bertogliati. Una squadra che cerca di infondere speranza e ispirazione per le persone nel mondo affette da diabete.
IN BICI Quest'anno Gregorio gareggerà tra i "PRO".
In futuro ti vedi più trathleta sulle corte o sulle lunghe distanze?
Il mio sogno è quello di partecipare all'Ironman World Championship alle Hawaii. Anche se la strada è ancora lunga sono intenzionato a concentrarmi maggiormente sulle lunghe distanze.
C'è un triathleta di punta che ammiri in particolare?
Più che un triathleta è un ciclista, è l'uomo dei 7 Tour, Lance Armstrong, lo ammiro per la sua forza mentale, per come ha combattuto il cancro e per come sa affrontare mentalmente ogni situazione.
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