Proponiamo di seguito questa intervista pubblicata sulla rivista "Giornale Sport" in cui Nicola Pfund risponde a delle domande inerenti il suo ultimo libro A-Z fitness: sport, benessere, salute che sta avendo un ottimo riscontro.
1. Il libro è dedicato a tutti
coloro che hanno il coraggio di cambiare le loro abitudini, iniziando a fare
movimento e sport: siamo davvero una società di sedentari e pigri? Sembrerebbe
il contrario, osservando le molte persone che corrono per le strade, i
marciapiedi e lungo i sentieri…
Indubbiamente il numero di
persone che oggi praticano un’attività sportiva in un’ottica di benessere è
aumentato rispetto a solo cinque o dieci anni fa. È un’onda positiva che grazie
ad una serie di circostanze positive sta investendo anche la nostra regione. Tuttavia
le statistiche ci dicono che solo una percentuale ridotta, si parla di una
persona su quattro, da noi fa sport con regolarità e che il problema del
sovrappeso nella popolazione è tutt’altro che inesistente con tutte le
conseguenze che si porta appresso, fisiche ma anche della sfera psichica.
Si calcola che in Svizzera ogni anno
vengono spesi circa 10 miliardi di franchi a seguito di problemi derivanti
dall’inattività e dallo stress. Quindi è vero, ed è percepibile, che c’è più
gente che fa movimento e sport, ma prima di raggiungere percentuali soddisfacenti c’è ancora molta strada da fare
a livello di promozione e sensibilizzazione. Il libro è stato pensato proprio
in quest’ottica e dall’interesse che sta suscitando sembra aver centrato
l’obiettivo.
2. La quantità e la qualità del
movimento: cosa bisognerebbe sempre fare, quando e come ?
Su questo la scienza dello sport
ha da tempo fatto chiarezza. Anzitutto sono preferibili sport aerobici come
corsa, nuoto, bicicletta o sci di fondo da praticare anche in alternanza per
non sovraccaricare troppo certe parti dell’apparato locomotore con sforzi
ripetitivi. Prendiamo l’esempio della corsa: correre soltanto, magari in modo
intenso, comporta il rischio di avere problemi muscolari e tendinei agli arti
inferiori. Ideale quindi sarebbe variare, oggi corsa, domani nuoto, ecc.,
combinando e integrando anche esercizi di allungamento (stretching) e qualche
seduta di forza nel rispetto dell’ormai famoso triangolo “forza-resistenza-agilità”.
Basta anche solo mezz’ora al giorno. Un altro aspetto importante è l’intensità
che in qualsiasi sport aerobico non deve essere mai eccessiva ma tutt’al più a
un regime medio o leggermente superiore. Nel libro una voce è consacrata ai
principi fondamentali dell’allenamento che sono sei e che vanno dalla gradualità
alla varietà, passando dalla programmazione, ecc.: per chiunque, dallo sportivo
impegnato a quello più soft, vale la
pena leggerli con attenzione, poiché è incredibile come spesso, ignorando
queste fondamentali regole, si commettano degli errori anche grossolani e che
portano all’infortunio e all’abbandono. La parola chiave è comunque una : mai
esagerare e procedere per piccoli passi.
3. Si può iniziare a fare sport
a tutte le età ?
Assolutamente si, a condizione
che non vi sono controindicazioni mediche. Importante, per chi da tempo non fa
movimento, è sottoporsi a una approfondita visita medica e in seguito affidarsi
a un valido preparatore atletico. In
questo caso fondamentale è il gesto corretto, la prudenza (avanzare
gradualmente) e il peso corporeo. Un discorso che vale anche per chi da giovane
ha fatto sport ad alto livello ma che poi per anni non ha più praticato. C’è da
dire che il movimento è importante a qualsiasi età, ma lo è soprattutto da
anziani. E sono davvero incredibili i benefici che ne derivano sulla qualità di
vita per chi è in là con gli anni, anche solo facendo un po’ di ginnastica in
gruppo o camminando.
4. Oggi sono parecchi coloro che
non possono fare a meno di correre o di andare in palestra a “farsi i muscoli”:
il rischio di diventare “sportdipendenti” è reale ? E quali rischi comporta ?
Troppo benessere fisico, cioè un eccesso di allenamento, può nuocere anche alla
salute ?
Paradossalmente è vero, ma come
dice anche il vecchio adagio “il troppo storpia”. Nello sport resiste la
mentalità che occorre lavorare molto duro, al limite della sofferenza fisica,
se si vuole migliorare. Non sempre è così. Piuttosto è una questione di misura,
di giusto dosaggio e – soprattutto – di alternanza tra sforzo e riposo. Pensiamo
allo sport di alto livello che spesso produce problemi fisici non indifferenti
dovuti ai sovraccarichi. È vero, qui ci sono altre motivazioni, ma resta
comunque il fatto che se ci si ferisce la preparazione va a farsi… benedire. Lo
sport praticato in un’ottica di benessere deve anzitutto - lo dice la parola
stessa - procurare piacere e aggiungere qualità alla vita. Se si trasforma in
stress e dipendenza non raggiunge l’obiettivo sperato.
5. Che cosa è per te lo sport ?
Credo che la risposta la si
ritrovi nei contenuti e nelle voci di questo libro: benessere, serenità,
introspezione, amicizie, voglia di vivere, positività. Da sottolineare: questo
approccio viene da un’evoluzione in cui c’è stato in passato, anche per me, l’eccesso
e la competizione (esasperata). Ecco, credo che il superamento di questi due
elementi in particolare, che oggi segnano e contraddistinguono in modo anche
pesante la stragrande maggioranza delle manifestazioni sportive, rappresenti sotto
un certo punto di vista un salto evolutivo, che è anche sinonimo di liberazione
dal “gioco” del risultato a tutti i costi e del cronometro. Un passo non facile
visti anche i valori della nostra società che guardano proprio nella direzione
del rendimento e di un certo tipo di utilità. Ma lo sport per me è, appunto, anche
controtendenza rispetto a tutto ciò e possibilità per crescere attraverso nuovi
valori.
6. Scrivere un libro sul fitness
dalla A alla Z: cosa dice Nicola Pfund di nuovo e che non si trova su molte
altre pubblicazioni già uscite su un tema oggi molto divulgato e promosso in
varie forme ?
Credo che la novità del libro stia
nell’approccio complessivo e nell’interpretazione del termine “fitness”. Un
termine che, nella sua accezione corretta, non si riferisce a uno sport
particolare (oggi spesso legato alle cosiddette palestre), ma a una condizione
di salute e benessere a cui si dovrebbe tendere attraverso delle corrette abitudini
di vita. Abitudini dove accanto all’attività fisica (di un certo tipo, come abbiamo visto) vi sia anche un’attenzione
all’alimentazione e al giusto riposo/recupero. Inoltre il libro integra voci
che altrove verrebbero trattate separatamente, proponendo una visione più
completa, a 360° gradi, sulla ricerca del benessere attraverso il movimento. Sono
convinto che questo è un approccio che in futuro non potrà che affermarsi
sempre di più.