domenica 11 novembre 2012

Roberto Rivola, maratoneta dei deserti nel segno della solidarietà


Nato a Bellinzona (ma cresciuto a Minusio), Roberto Rivola vive a Bienne dove è responsabile della comunicazione dell’Ufficio federale delle comunicazioni. Ha cominciato a correre una ventina di anni fa, e da un paio d’anni si diletta a correre nella sabbia dei deserti di tutto il mondo anche a scopi umanitari. Con il suo progetto “un milione di passi” raccoglie fondi per Special Olympics, una fondazione che permette ai disabili mentali di cimentarsi in attività sportive.
ULTRAMARATONETA Roberto Rivola ritratto in occasione della "Sahara Race 2012".
Chi è?
Roberto Rivola è nato a Bellinzona il 21 giugno 1959, è cresciuto a Minusio e attualmente vive e lavora a Bienne come responsabile della comunicazione dell’Ufficio federale delle comunicazioni.
Ha cominciato a correre una ventina di anni fa, dopo essere rimasto impressionato dalla massa di atleti che correvano le 10 miglia del Grand Prix di Berna. Dopo la tradizionale trafila di stracittadine, mezze maratone e le classiche maratone internazionali quali New York, Berlino, Londra, è passato alla corsa in montagna. Da un paio d’anni si diletta a correre nella sabbia dei deserti di tutto il mondo. 

Perché i deserti?
Il deserto mi ha sempre affascinato: la sua vastità, il silenzio, le notti stellate. Chi non ha sognato leggendo il Piccolo principe di Saint-Exupéry? Correndo in montagna incontri amici che hanno corso la famosa “Marathon des sables” in Marocco. Ti informi, ti accorgi che è un’operazione altamente commerciale, con mille partecipanti ed elicotteri che turbano la calma del deserto. E allora parti su internet, vedi che c’è una 100 km del Sahara in 4 giorni.
E’ un primo test, ti trovi a tuo agio. L’anno seguente corri la Trans Aq, 220 km in 6 giorni nella regione di Bordeaux, tutta nella sabbia. Altro test riuscito. Lì ti raccontano del circuito Racing the planet, ti informi e in marzo di quest’anno ti ritrovi nel deserto dell’Atacama, a 3000 metri di altitudine con paesaggi mozzafiato. E poi viene il Sahara egiziano, appena concluso. L’anno prossimo il deserto del Gobi in Cina. E se trovo i finanziamenti nel 2014 è in programma una corsa simile nell’Antartico. In Atacama e nel Sahara ho incontrato dei concorrenti che pensano di organizzare una gara in un deserto australiano. Come vedi, i progetti scaturiscono automaticamente.
SPAZI INFINITI Il fascino di correre nei deserti.
Perché corri?
Innanzitutto per svagarmi, per liberare un momentino la testa. Poi per restare in forma. Ma anche per godermi la natura, fare amicizie. Ci sono tanti motivi. Non corro certo per vincere; alla mia età … Comunque l’appetito vien mangiando. Durante l’ultima gara nel Sahara improvvisamente mi sono trovato a ridosso dei primi dieci, sono arrivato quattordicesimo, ho vinto la mia categoria d’età. Credo che in questo tipo di gare l’esperienza e la preparazione contano molto: l’alimentazione, l’equipaggiamento, il saper dosare lo sforzo. Non bisogna dimenticare che bisogna portarsi tutto sulle spalle. Gli organizzatori forniscono solo le tende e l’acqua. E chi ha corso con un sacco di 12 chili per rapporto ai miei 7.5 chili ha sicuramente sofferto molto di più. E poi ho il vantaggio di essere un peso piuma – in alcuni passaggi le mie impronte nella sabbia appena si vedevano, altri lasciavano delle tracce da elefante (ride).

Nelle foto ti si vede sempre sorridente
Effettivamente il mio motto è “run and smile”, che è anche il titolo del mio blog. Come detto, dato che non ho ambizioni di vittoria, mi godo la gara e tutto quanto la circonda: natura, concorrenti, volontari. Il sorriso sulle labbra aiuta sempre!

Il tuo progetto: perché un milione di passi?
Raccolgo fondi per Special Olympics, una fondazione che permette ai disabili mentali di cimentarsi in attività sportive. Permette loro di integrarsi, di avere degli obiettivi, di divertirsi, di tenersi in forma. Se finisco le quattro gare nei quattro deserti avrò sul mio contachilometri virtuale 1'000 chilometri, che corrispondono a un milione di metri, quindi a un milione di passi. Ecco perché questo slogan. Per ogni passo si può versare un franco sul conto 60-253420-6, Rivola Special Olympics, Zurigo. Sono stato ispirato da un amico che corre i quattro deserti per Special Olympics USA, e dalla sorella di una mia amica che partecipa a gare di Special Olympics. Io stesso ho visto a Macolin questi atleti gareggiare, e ho visto lo sport puro, l’impegno di queste persone per raggiungere un obiettivo, la loro gioia dopo uno sprint, un lancio, un salto. E la dedizione di chi li circonda, li allena, li accompagna, li incoraggia: tutti volontari. Dettagli si possono trovare su Facebook alla voce “Un milione di passi”.
RUN AND SMILE Un primo piano di Roberto con il suo equipaggiamento
Come vuoi concludere?
Non dimentichiamo che la salute è un dono impagabile. E non dimentichiamo di sorridere mentre svolgiamo le nostre attività sportive.


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