martedì 14 giugno 2016

Ivan Minini guarda al futuro

A colloquio con il giovane triathleta di Verscio che in stagione gareggerà a partire da luglio nello Swiss Triathlon Circuit con l'obiettivo di entrare ancora nei Top 10. Ma prima deve recuperare la migliore condizione, dopo aver avuto alcuni problemi al ginocchio, e si dovrà pure concentrare sugli esami che sta svolgendo in questo periodo all'Università di Basilea dove studia Scienze dello sport e biologia.

IN RIPRESA Ivan Minini (sulla sinistra) in compagna di Gregorio Delcò
in occasione del Triathlon di Locarno 2015 (photo: N. Pfund).
Cosa puoi dirci di più preciso degli studi che stai affrontando?
Al momento sto frequentando il terzo anno di Bachelor in Scienze dello Sport e Biologia all’Università di Basilea, nel prossimo semestre autunnale (salvo problemi di percorso) finirò il Bachelor e inizierò il Master sempre qui a Basilea.
Devo ammettere che mi trovo molto bene anche lontano da casa, nella facoltà ho avuto modo di conoscere molta gente e l’atmosfera è geniale (anche perché tramite un test di entrata vengono presi solo i primi 100 e cosi nei vari moduli pratici si finisce per conoscersi tutti). Anche al di fuori della scuola grazie allo sport ho avuto modo di creare una buona cerchia di amici e compagni d’allenamento. Molto spesso mi fermo anche i weekend a Basilea, un po’ per non affrontare il lungo viaggio e un po’ per potermi allenare e scambiare due chiacchiere con i compagni.
Sappiamo che hai avuto un inizio di anno un po’... tribolato, vuoi spiegare tu perché?
Purtroppo quando il tempo stringe la tendenza è quella di allenarsi “solo” nelle tre discipline in modo specifico, tralasciando però aspetti importanti come forza, stabilità e mobilità. Anche quest’anno come nel 2015 a causa di un “disbalance” muscolare tra anteriore e posteriore, mi si è infiammato il tratto ileo-tibiale (bandelletta) e ho dovuto interrompere la preparazione per qualche mese, specialmente a corsa.
Adesso come stai? A che punto sei della preparazione?
Ora va meglio anche se il problema, più che a livello fisico, è quello mentale. Da fine aprile grazie anche a lavori mirati in palestra per stabilizzare le ginocchia e aumentare la forza-resistenza dei gruppi muscolari che utilizzo meno (non per questo meno importanti), ho potuto riprendere gli allenamenti a corsa e nelle ultime settimane anche a correre senza dolori per 60-70 minuti. Difficile dire a che punto sono della mia preparazione, in bici penso di aver fatto una buona preparazione rispetto agli anni scorsi e a nuoto piano piano arriva la forma. Il primo test per me è stato l’Aquathlon a Tesserete che è andato bene e le gambe giravano. So comunque che ho bisogno ancora di qualche km a piedi per tenere sui 10 km. Vedremo come andrà all’olimpico di Spiez (in agenda il 27 giugno, ndr.) che mi servirà come allenamento veloce.

VELOCITÀ In posizione aerodinamica sulla bici, lo scorso anno
all'Olimpico di Spiez.
Come intendi pianificare la stagione corrente? Quali sono i tuoi obiettivi principali?
Per il momento il mio pensiero principale è quello di superare gli esami di giugno. Visto anche il mio problema avuto durante la primavera ho deciso di puntare di più sul finale di stagione. L’esperienza degli ultimi anni mi ha mostrato che sotto esami anche con una buona preparazione si cala inevitabilmente di performance. Quindi lascerò passare questo mese un po’ stressante senza molte gare e ambizioni per poi concentrami sulle gare del circuito Svizzero a partire da luglio. L’obbiettivo è sempre quello di entrare nei top 10 ed essere il più competitivo possibile (anche perché mi piacerebbe correre una delle prossime stagione nei PRO). Visto poi i miei due buoni debutti sulla distanza 70.3 a Murten (2014) e Locarno (2015) l’obbiettivo per il finale di stagione dopo il Circuit è quello di prendere una slot per i mondiali 70.3 dell’anno prossimo. Ci avevo già provato l’anno scorso in Turchia ma dopo due forature ho dovuto abbandonare. Quest’anno penso cambierò meta e andrò a Pula in Croazia, poi magari in ottobre-novembre ancora un mezzo da decidere, magari da abbinare a 3/4 giorni di vacanza.
In questo periodo sei sotto esami: come riesci a conciliare gli studi universitari con la pratica di uno sport così esigente come il triathlon? 
Come già detto poc'anzi ormai sia mentalmente che fisicamente un po si accusa il colpo dovuto allo stress (specialmente quando si hanno esami sia pratici che teorici). Secondo me non si riesce veramente a conciliare sport e studio in questo periodo di verifiche, l’università rispetto al liceo ha una mole di materiale molto maggiore. Inevitabilmente sotto esami bisogna dare delle priorità e togliere un po’ di tempo e energie agli allenamenti. Di base tralascio tutti i lavori lunghi di resistenza e mi concentro solo su sedute intense che non prendono troppo tempo. Solitamente faccio un primo allenamento sul mezzogiorno dopo avere studiato la mattina e ev. uno in tarda serata. Durante il semestre invece è molto più semplice allenarsi e trovare un po di tempo, l’orario è molto flessibile e si hanno spesso dei buchi per delle uscite. Cerco sempre di tenermi a giorno con i riassunti delle varie materie cosi che quando arrivano gli esami risparmio del tempo e posso ancora cercare di mantenere la forma con quel poco tempo libero rimasto. Oltre alla difficoltà della materia c'è anche quella linguistica che però con il tempo è diminuita, a tutti i futuri studenti dico di non farsi spaventare da questo fattore (io scolasticamente non ero messo bene nelle materie linguistiche), chiaramente rispetto a chi è madre lingua bisogna prendersi del tempo in più per capire.
ALLENATORE Con il coach Christophe Pellandini
ai CE di Ginevra del 2015.
Una volta portati a termine gli studi sarai un docente di educazione fisica: pensi che la triplice disciplina possa essere introdotta nel mondo scolastico? 
Questa è secondo me una bella domanda ma molto complicata e può essere vista sotto moltissimi punti di vista. Parto da un aneddoto: negli anni ho sentito di ex allievi che avevano provato una sorta di “triathlon” a scuola e la cosa che colpisce i più è la fatica. Altri invece hanno visto dei video mostrati in classe da un docente stato alle Hawaii e ne sono stati colpiti al punto da iniziare la triplice. Secondo me ognuno dei tre sport legati al triathlon insegna dei valori che possono far crescere una persona/ragazzo sia sportivamente che nella vita di tutti i giorni. Per far si che i ragazzi (es. di una scuola media) possano sperimentare questa prova sulla triplice bisogna prima pianificare sui 4 anni delle lezioni di nuoto (magari nel periodo primaverile) o delle brevi lezioni sulla condizione. Cosi che al momento che si decide di provare questa successione dei 3 sport ci siano almeno le basi. Tutto ciò deve essere fatto all'insegna del divertimento e della scoperta senza fine di risultato. Se ci sono queste premesse per me si può introdurre nel mondo scolastico. E perché no una bella uscita nell'ultima settimana scolastica per conoscere il territorio e spostarsi rispettivamente a nuoto, bici e corsa.
C'è qualcuno in particolare che in questo momento desideri ringraziare? 
Spesso si vede solo il risultato finale della mia preparazione in gara e non si nota cosa ci sta dietro. Le ore spese sono moltissime e i costi non sono indifferenti. Ci tengo particolarmente a ringraziare la famiglia e i miei parenti che mi aiutano e sostengono. Oltre a loro ringrazio anche la Carrozzeria Testori di Losone, OTM metalcostruzioni di Malvaglia che mi aiutano a coprire i costi delle gare e Brooks Schweiz per il materiale da corsa. Un grazie anche a Tri Team Ticino, al coach Christophe e tutti i compagni di allenamento che mi motivano e con cui vivo questo bellissimo sport.
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