sabato 2 novembre 2013

Doping: Hesjedal confessa di averne fatto uso

DOPING Hesjedal ha ammesso
di averne fatto uso.
Ciclismo ancora sotto choc. Questa volta l'Italia c'entra sol­tanto di sponda, ma comunque qualche ombra almeno sul risul­tato del Giro 2012 la getta, visto che il nuovo nome nell'occhio del ciclone è Ryder Hesjedal, vincito­re della corsa rosa dello scorso anno. Il 33enne corridore di Vic­toria ha ammesso di essersi do­pato «più di dieci anni fa».
La confessione arriva dopo le accuse di Dane Michael Rasmussen. Nelle sue ultime rivelazioni nella sua autobiografia dal titolo «Yel­low Fever» - in uscita lunedì ma già anticipate dalla stampa dane­se - l'ex ciclista danese aveva de­nunciato il doping sistematico nella sua ex squadra, la Csc. E aveva messo sotto accusa, tra gli altri, il suo team manager e alcuni compagni di squadra del tempo. Tra i nomi fatti ci sono Bjarne Ri­is, Tyler Hamilton, Nicki e Rolf Sorensen. Ma anche Hesjedal: nel libro Rasmussen racconta di aver insegnato al canadese, attual­mente alla Garmin-Sharp ma al­lora giovane talento della mountain bike (vinse due ori mondiali nel 2001 e nel 2002), come iniettarsi l'eritropoietina nel 2003 insieme con altri due nordamericani, Seamus McGrath e Chris Sheppard. Anche se am­mette di non aver mai visto diret­tamente Hesjedal ricorrere a pro­dotti illeciti. Secondo quanto ri­portato dal giornale danese «Poli­tiken», Rasmussen scrive che i tre soggiornarono nella sua cantina nel mese di agosto. «Rimasero per una quindicina di giorni. Mi sono allenato con loro tra le Dolo­miti ed ho insegnato loro come fare iniezioni di vitamine e come prendere Epo e Synacthen», fa sapere l'ex iridato di cross. Un trattamento che, a suo dire, porta i corridori ad avere valori di ema­tocrito vicini al 50% e ad ottenere ottimi risultati. Tanto che Hesje­dal, ricorda, «avrebbe vinto l'oro olimpico se non avesse forato po­co prima del traguardo. E nel 2012, dopo un certo numero di buone stagioni su strada, ha vinto il Giro d'Italia». Anche se dopo quella magica corsa Hesjedal è quasi sparito. «Ho amato e amo questo sport, ma più di dieci anni fa ho scelto la strada sbagliata» le parole di Hesjedal, che si è scusa­to. «Anche se gli errori che ho commesso sono accaduti oltre dieci anni fa - spiega - e li ho com­messi per breve tempo, questo non cambia il fatto che li ho com­messi e sono dispiaciuto» Una confessione tardiva ma che con­ferma le accuse di Rasmussen.

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